SALERNITANA: IL CASO STRANO DELL’ENTUSIASMO SPENTO DALLA BANALITA’

Recuperi, rientri, rinforzi: Gian Piero Ventura potrà scegliere la definizione migliore per ciascuno dei calciatori che, dopo la sosta, torneranno finalmente a disposizione. Un ventaglio di scelte più ampio è l’auspicata certezza in vista della ripresa del campionato. Lombardi e Jallow, ma anche Akpa Akpro ed Heurtaux sono in procinto di tornare in campo e questo darà modo al tecnico di far riposare chi ha tirato fin qui la carretta ed al tempo stesso di poter gestire meglio le risorse disponibili anche nell’arco dei novanta minuti. La panchina corta ha fatto la differenza in negativo contro il Frosinone ed ora si spera che una maggiore abbondanza di soluzioni possa incidere in positivo nelle prossime partite. In attesa di rivedere in gruppo anche Mantovani e Billong e di recuperare al meglio Cicerelli, Ventura potrà lanciare nelle prossime gare anche il polacco Dziczek, ora in nazionale, che sarà un vero e proprio rinforzo dal momento che non ha mai giocato. Ha raccolto qualche gettone di presenza, ma non è ancora al top Alessio Cerci, altro potenziale nuovo acquisto dell’autunno granata in attesa dell’inverno e del mercato nel quale qualcosa di importante dovrà essere fatto dalla proprietà per dare adeguato sostegno al lavoro svolto sul campo da Ventura e dal suo gruppo. Un lavoro da applausi, meritevole di incoraggiamento ed appoggio ed al quale, invece, dalla società non giungono complimenti. E’ vero che siamo solo alla settima giornata, ma aver sfiorato la vetta solitaria della classifica ed aver vinto tre volte in trasferta, facendo di necessità virtù in molte gare, non è cosa da poco. Ed allora non si capisce perchè mai la proprietà sia rimasta lontana, distante, limitandosi solo a frasi scontate e per nulla in grado di accendere l’entusiasmo; e perchè anche la dirigenza, in particolare il direttore sportivo, piuttosto che sottolineare i meriti di Ventura e dei calciatori, la maggior parte dei quali scelti dal tecnico ed acquistati dalla Lazio, continua a ricordare che i veri valori devono ancora uscire, facendo paragoni con l’anno scorso quando sotto la superficie di una classifica ingannevole non c’erano le basi che ci sono ora, perchè la squadra non aveva una identità di gioco e non aveva quel feeling e quell’unità di intenti che si notano ora. Sulla carta ci sono squadre più forti, meglio attrezzate della Salernitana, ma la classifica per ora è molto equilibrata e la squadra di Ventura è vicina alla vetta avendo mostrato anche spunti, tracce di gioco interessanti. Se la società è solida, forte, ambiziosa, anche una squadra che sulla carta non è la migliore del lotto può fare bene, molto bene. Lo dice la storia recente della serie B e non si capisce perchè a Salerno si debba sciorinare sempre e soltanto un campionario di frasi fatte, trite e ritrite, che hanno l’effetto di spegnere sul nascere ogni entusiasmo. Se la proprietà e la dirigenza sono le prime a non dare fiducia, anche attraverso le parole, alla squadra, come ci si può poi lamentare del fatto che i tifosi non rispondano a dovere, ammesso e non concesso che ciò accada? Perchè a Salerno sta accadendo l’esatto contrario: la tifoseria ha intuito, compreso, fiutato che dal progetto Ventura possa nascere qualcosa di bello e sta rispondendo in maniera adeguata come i numeri delle presenze in casa e fuori testimoniano, laddove la proprietà, quasi sempre assente allo stadio, e la società si affannano a buttare acqua sul fuoco, senza nemmeno provare a dare un po’ di calore. Se proprio non si riesce a dare qualcosa allora che quanto meno non si tolga nulla al lavoro di Ventura e della squadra. Basterebbe, forse, semplicemente tacere visto che di frasi fatte e banalità di vario genere se ne sono sentite fin troppe!

Autore dell'articolo: Nicola Roberto