SALERNITANA: IL MAL D’ARECHI HA RADICI PROFONDE

Un altro mezzo passo falso casalingo, complice anche una marchiana svista arbitrale, ma i nodi cominciano a venire al pettine. Se per la Salernitana le cose sono cambiate drasticamente in trasferta in negativo; in casa invece nulla sembra migliorare negli ultimi tempi. Un mal d’Arechi che inevitabilmente sta condizionando ulteriormente la stagione granata. Anzi, numeri alla mano bisognerebbe dire le… stagioni. Perché dal 2015 ad oggi niente ha funzionato come pure la tifoseria legittimamente auspicava: la vittoria alla prima contro l’Avellino in occasione del tanto atteso ritorno in B è rimasto un momento isolato. Uno dei pochi positivi vissuti in casa granata. La conferma arriva dai numeri: 31 furono i punti conquistati nelle gare casalinghe della stagione che significò il debutto tra i cadetti sotto la gestione Lotito-Mezzaroma; 35 quelli ottenuti dodici mesi più tardi al termine di un nuovo campionato tutt’altro che entusiasmante; 30 nel corso del 2017-18 con Bollini prima e Colantuono dopo in panchina e infine appena 27 nell’ultimo anno. Un trend, un traccheggiamento, che a conti fatti non ha nulla di diverso da quello attuale che parla di solo 10 punti conquistati dalla squadra di Gian Piero Ventura sui 21 disponibili fino ad oggi tra le mura amiche.

Un rendimento che fa rima con il passato e che al tempo stesso non ha nulla in comune con le medie attuali del campionato. Sempre a voler dare retta ai numeri, infatti, oggi peggio dei granata hanno fatto solamente cinque club: il Livorno fermo attualmente a quota 9 punti conquistati in casa, lo Spezia a 8, il Cosenza e il Venezia a 7 e il Trapani a 6. I siciliani, insieme al Cosenza, sono le uniche squadre che hanno vinto una sola volta davanti al proprio pubblico rispetto ai granata che devono accontentarsi di appena 2 vittorie ottenute allo stadio Arechi. L’acuto con il Pescara all’esordio è diventato ormai un flebile ricordo chiuso nel buio di un cassetto, mentre quella contro la Virtus Entella di qualche settimana fa non è bastata per poter cancellare tutto quello che non sta funzionando negli ultimi tempi.

Tra i tanti problemi c’è quello legato all’attacco, sempre più in affanno. Ma il rischio, probabilmente, non era stato calcolato nel modo giusto nel corso dell’ultima estate. E così dopo l’occasione sciupata da Djuric allo scadere della sfida contro l’Ascoli, il digiuno degli uomini offensivi della Salernitana è aumentato ulteriormente. Sempre di più.

L’ultimo gol risale al 2 novembre scorso quando Jallow segnò il suo quarto centro personale contro l’Entella, uno score che abbinato alla rete di Giannetti al debutto in campionato e a quella di Djuric a Livorno non può rendere comunque soddisfacente l’intera vicenda (ancora all’asciutto Cerci e Gondo). I numeri del campionato dicono che la Salernitana ha uno dei reparti offensivi meno prolifici di tutto il torneo. Gli attuali 6 centri totali sono davanti soltanto ai dati degli attacchi del Pordenone (5 centri con 4 segnati da Strizzolo), della Virtus Entella (5 con 3 realizzati da De Luca) e della Cremonese (4 con 2 messi a segno dall’ex granata Palombi). Numeri impietosi che magari possono essere analizzati anche e soprattutto in ottica di calciomercato.

Autore dell'articolo: Eugenio Marotta