Si riparte da Venezia, dove la Salernitana ha spesso avuto appuntamenti col destino la cui importanza è scolpita negli almanacchi. Si riparte dopo il pari beffa col Frosinone, ma anche dopo le parole di Claudio Lotito che ha parlato senza remore delle sue ambizioni per il club granata, candidando la squadra da lui allestita con la fondamentale collaborazione di Ventura ad un ruolo di primissimo piano. La Salernitana non è una corazzata, ha lacune numeriche ed anche qualitative, ragion per cui il lavoro in sede di costruzione della rosa da parte della società non è stato pari alle ambizioni confessate dal patron biancoceleste nella sua ultima uscita dialettica. Tuttavia, questa Salernitana plasmata da Ventura ha un’anima e questo finora le ha permesso di convivere con i tanti problemi di organico avuti e di superarli senza grossi danni. E finora, nel bene e nel male a questa squadra si è concesso e perdonato tutto in nome dei limiti acclarati e dell’impegno senza risparmio profuso. Certo, le parole di Lotito potrebbero essere un boomerang, perchè se il patron parla di promozione, allora, è chiaro che le aspettative generali legittimamente si alzano e questo potrebbe anche dare alla squadra responsabilità che, forse, non è ancora pronta a sostenere. Lo si capirà già a Venezia, dove la Salernitana sfiderà una squadra che per il momento ha fatto meglio fuori che in casa, un po’ come la formazione di Ventura cui la sosta ha restituito qualche pedina senza cancellare l’emergenza. Lombardi sarà convocato, ma non gioca da due mesi e a destra Cicerelli è in forse per i postumi dell’infortunio accusato col Frosinone. Firenze, Kalombo, Kiyine, candidato a giocare anche da mezz’ala, sono in preallarme. Solita difesa, probabile conferma di Lopez a sinistra, Djuric certo di una maglia in avanti con Jallow e Giannetti in ballotaggio. Queste le pillole dal fronte granata alla vigilia di una trasferta insidiosa e che, chissà, magari tra qualche tempo sarà etichettata come l’ennesimo appuntamento col destino in Laguna.
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