SALERNITANA, LA PASSIONE NON HA PREZZO –

Quando la cura si rivela peggiore del male. A confermare la distanza siderale tra la passione della piazza e le strategie della Salernitana, Claudio Lotito, per il tramite del fido Fabiani, ha pensato di correre ai ripari, dopo la diserzione in massa registrata contro il Venezia, abbassando il prezzo dei tagliandi d’ingresso e incontrando – addirittura a casa sua a Roma – alcuni esponenti della tifoseria granata. Un rimedio sprezzante che ha ancor di più generato caos, tensione e disaffezione. L’aver abbassato drasticamente il costo dei tagliando d’ingresso in

occasione della partita contro il Cittadella, è stato vissuto dalla tifoseria granata come un affronto; l’ennesimo atto irriguardoso messo in pratica dalla proprietà nei confronti della piazza in quanto è stato dato un prezzo alla diserzione, immaginando – a torto – che la gente non va più allo stadio perchè i prezzi dei biglietti sono alti. Sbagliato!!! I tifosi preferiscono rimanere a casa perchè il prodotto è di pessima qualità, la tifoseria granata non ha mai badato a spese pur di coltivare la sua passione. Ma questo Lotito, Mezzaroma e Fabiani non lo sanno o, meglio, fanno finta di non saperlo. Poi in una situazione già abbastanza complicata, appesantita anche dalle pessime prestazioni offerte dai granata di Gregucci, è arrivato in questa settimana il colpo del definitivo KO: il summit convocato a Roma, per il tramite di Fabiani, alla presenza di alcuni esponenti della tifoseria granata. Si è trattato di un clamoroso autogol guardando a quella che è stata la risposta indignata della stragrande maggioranza del tifo salernitano, una mossa studiata a tavolino guardando a quello che è stato negli anni il modus operandi di Lotito, Mezzaroma e Fabiani che hanno – ma questa volta in maniera definitiva – spaccato la tifoseria e creato i presupposti per una frattura probabilmente insanabile. Ecco, quando la cura è peggiore del male, ma d’altronde è sempre stata questa la condotta del club quindi di cosa meravigliarsi. Cosa rimane, allora, di queste settimane vissute sul filo dei nervi? Rimane un profondo senso di disgusto, la certezza che Lotito e Mezzaroma, al di là dei soliti, sterili proclami, non hanno alcuna intenzione di cambiare registro, che pur potendo dare una vero e reale segnale di discontinuità rispetto a quella che è stata la loro gestione societaria – bocciata inesorabilmente dal campo – hanno invece preferito gestire il malcontento e la legittima delusione con protervia e scarsa considerazione della passione popolare. Rimane, purtroppo, anche una spaccatura definitiva e non più rimarginabile all’interno della tifoseria e nella stessa Curva dove – dopo l’incontro romano – a giudicare dal clima che si respira, nulla sarà più come prima. Al netto dei risultati come sempre deludenti non c’era modo peggiore per vivere una stagione importante come quella del centenario del club.

Autore dell'articolo: Marcello Festa