SALERNITANA: A PALERMO ALTRA SCONFITTA PESANTE

Chiusura d’anno senza botto, anzi con un’altra sonora scoppola per la Salernitana. Dopo il Foggia, anche il Palermo rifila tre sberle alla squadra di Colantuono che resta ancora a secco e si ferma ad un legno e ad un episodio di gol fantasma che non valgono a lenire la delusione per la seconda sconfitta di fila, macchiata dall’espulsione di Vitale. In avvio Colantuono rispolvera il 3-5-2 che era divenuto il modulo base di Bollini, lasciando in panca Kyine e Sprocati e proponendo Zito sulla corsia sinistra. Perso per infortunio Rossi dopo un quarto d’ora, il tecnico granata, ex del confronto, fa alzare dalla panchina Rodriguez ma in attacco la Salernitana non punge e subisce un gol beffa intorno alla mezz’ora. Zito resta a terra dopo un contrasto, l’arbitro Minelli non ferma il gioco ed il Palermo riparte sorprendendo la Salernitana. Mantovani prova a chiudere su Chochev che calcia con la suola mentre scivola e supera Adamonis, alquanto goffo nel tentativo di parata. Colpita dallo svantaggio, la Salernitana prova a scuotersi. Bocalon ha sulla testa la palla del pareggio, ma sul cross dalla trequarti di Vitale l’ex Alessandria omette la torsione e manda fuori. Lo stesso Vitale ci prova dalla distanza e la deviazione di un rosanero spaventa Posavec. Nella ripresa la Salernitana parte più convinta, ma l’ingenuità di Vitale che, già ammonito, salta con un braccio troppo largo viene punita dall’arbitro che lo manda negli spogliatoi. Sebbene in dieci la Salernitana prova a pareggiare e sfiora il gol con Zito che stampa il palo con un cross dalla sinistra su cui Bocalon ed un difensore del Palermo non arrivano in tempo per la deviazione, lasciando a Posavec solo la speranza di un aiuto della dea bendata che è benigna col portiere dei siciliani. Sprocati, Alex e Kyine restano in panchina, mentre Monachello, da poco in campo, raddoppia, uccellando Adamonis sul palo più vicino. Nel finale c’è gloria anche per Jajalo che serve il tris. La Salernitana resta al palo, in tutti i sensi, e, dopo il Natale, si rovina anche Capodanno.

Autore dell'articolo: Nicola Roberto