Non ci sarà il tutto esaurito come era stato a Marassi per la partita di andata. Salerno vive una vigilia meno spasmodica di tante altre. Tra rabbia e una sorta di rassegnazione, la città è stata tappezzata anche nelle scorse ore di striscioni contro il papocchio playout. Non c’è quel clima da grandi appuntamenti, ma il dibattito resta ancora incentrato sul pasticcio confezionato dal Palazzo. E, se proprio si parla di calcio, molti si domandano chi mai potrebbe segnare i gol della salvezza. Insomma, starà alla squadra smentire gli scettici e dare anche uno schiaffo morale a chi è, per dir così, accusato di aver inflitto alla piazza di Salerno questo scempio, una logorante attesa, una clamorosa rivisitazione di regole e classifiche, ma ormai la storia è nota. Come sono noti gli errori della società che ha poi cercato di rimediare. La differenza nel calcio tra chi vince e chi perde è data sì dalla capacità di reagire agli errori ed agli imprevisti in maniera incisiva, ma anche nel non farsi troppo male da soli e quindi qui viene tirata in ballo la capacità di organizzare, programmare, pianificare. E’ stato un biennio disastroso per la Salernitana, segnato da scelte sbagliate che sono figlie di una volontà ben precisa di non proseguire sulla strada degli investimenti, che certamente andavano meglio canalizzati, e che si riflette anche nella persistente assenza di un progetto serio legato al settore giovanile. La Salernitana dovrebbe avere l’umiltà di bocciarsi da sola, ma anche l’orgoglio di reagire e di riscattarsi. Domani si deciderà la salvezza sul campo, in attesa eventualmente del responso dei tribunali. Marino vuole centrare la missione prima di dare la sua risposta all’offerta del club di rinnovo del contratto. Potrebbe provarci in avvio con Verde e Tongya a sostegno di Simy per poi giocarsi in corsa le carte Cerri e Raimondo. Novanta minuti per evitare guai peggiori. Botteghini aperti dalle 17.30 alle 19.30 anche domani. Tre ore prima della gara apriranno anche i cancelli.
