SALERNITANA: UN FUTURO DA DECIFRARE –

Il 10 maggio 2021 è una data entrata di diritto nella storia di Salerno e della Salernitana. Nella vita come nello sport, però, ogni traguardo rappresenta un ulteriore punto di partenza e non c’è tanto tempo per godersi ciò che si è raggiunto. Il bello è proprio

questo, in fondo. I tifosi vorrebbero già sentir parlare di acquisti, di campagna abbonamenti, di tutto ciò che precede, insomma, il debutto in campionato della Salernitana. Il 22 agosto è lontano, ma tre mesi sono il tempo giusto per poter preparare al meglio la terza avventura della storia granata nell’olimpo del calcio che conta. Ed allora sono più che mai legittime le aspettative di una piazza che ora chiede risposte certe e concrete alla proprietà che ha risposto picche alle parole del presidente federale, Gabriele Gravina, che, non più tardi di lunedì scorso, ha invitato Lotito e Mezzaroma a dare attuazione a quanto previsto dalle Noif onde evitare che la Salernitana perda il diritto ad iscriversi al campionato. Eventualità a cui né Gravina né i tifosi vogliono pensare e che, crediamo, sia esclusa anche dai proprietari del club granata. Dopo le parole di addio pronunciate da Cristina Mezzaroma, ci sono state dichiarazioni di segno contrastante. Se Claudio Lotito, dopo la premiazione all’Arechi di venerdì scorso, aveva promesso una squadra competitiva a prescindere dalla sua permanenza, Marco Mezzaroma pare deciso più che mai a restare in sella, o quanto meno dentro l’avventura in massima serie. Il copatron batte sul tasto dell’interpretazione delle Noif, sulla famosa posizione di controllo in capo ad un medesimo soggetto di più società, ed è deciso a trovare uno spiraglio interpretativo che gli dia la possibilità di restare come socio di minoranza, concetto relativo e molto ampio all’interno di una S.P.A., ma, comunque, tale da dare adito a possibili scenari legali. Insomma, se finora la proprietà romana aveva tenuto la Salernitana lontana dalle aule dei tribunali, proprio ora che è stato raggiunto il massimo obiettivo sportivo potrebbe accadere che si assista a rivendicazioni di diritti ed interessi tali da rendere necessario una battaglia legale. La gioia per la promozione in A è già offuscata da nubi e velature puntualmente comparse all’orizzonte, proprio quando il cielo si era finalmente colorato di granata. Ed allora perché non c’è stata ancora una parola definitiva da parte dei patron? Il sospetto più che fondato è che Lotito e Mezzaroma stiano cercando di rimanere in qualche modo ancora in sella, pur avendo ricevuto offerte per la cessione del club che in A fa gola, eccome. Intermediari, rappresentanti di imprenditori e non solo hanno sondato i patron che hanno dato una valutazione di 80 milioni del loro bene. Gli scenari: la permanenza con una quota da stabilire di Mezzaroma e l’ingresso di altre figure, imprenditori o fondi che siano; oppure la cessione completa del club, ma solo in extremis rispetto alla data del 25 giugno, solo una volta ricevuto parere negativo circa l’ipotesi della permanenza di Marco Mezzaroma come socio minoritario. La terza soluzione è quella a cui nessuno vuole pensare e credere, ma che starà ai patron fugare del tutto con scelte fatte prima di tutto nell’interesse di Salerno e della Salernitana. La A è un altro mondo, implica un incredibile giro di denaro e di affari, è comprensibile e, in punta di diritto, anche legittimo che un imprenditore voglia restare in sella ad una sua creatura quando le prospettive di guadagno sono più allettanti, ma ci si augura che ogni valutazione e, soprattutto, la decisione finale tenga conto del valore che la massima serie abbia per la città e la tifoseria. E, chiudendo con una provocazione, se i patron hanno riscoperto l’amore e la passione di Salerno ora che è stata centrata la serie A, perché mai Lotito non prende in considerazione l’ipotesi di cedere la Lazio, facendo così venir meno con una mossa a sorpresa il problema legato alla multiproprietà?

Autore dell'articolo: Nicola Roberto