SALERNITANA: UN MERCATO CON TROPPE INCOGNITE

Non è questione di nomi, almeno non è solo questo. Un calciatore può essere sconosciuto al grande pubblico, ma ben noto a chi per mestiere allestisce le squadre e risultare, pertanto, una sorpresa solo agli occhi della massa. Viceversa, un calciatore può essere preceduto da una certa fama che, poi, alla resa dei conti, cioè sul campo, si rivela immeritata ed eccessiva. In un caso come nell’altro si tratta di scelte, frutto delle conoscenze, delle convinzioni e dei gusti anche, perchè no, di chi opera per conto di un club. Ad alcuni direttori sportivi possono piacere, per fare un esempio, centrocampisti simili a corazzieri, ad altri elementi più tecnici e, magari, fisicamente meno piazzati. Si tratta di preferenze, di idee, di modi di vedere il calcio, tutti rispettabili e nessuno infallibile a priori o sbagliato a priori. Il nodo, però, sta nella ratio, ossia nelle motivazioni di fondo, nelle linee guida sulle quali ogni scelta è incanalata, orientata. Ed ovviamente anche di ambizioni, obiettivi, traguardi da raggiungere. Ed è qui che il mercato della Salernitana da sei anni a questa parte fa registrare il solito cortocircuito, essendo condotto a più mani e da più teste, alternando momenti di totale stasi ad altri di fermento, caratterizzandosi per l’altalena di nomi dai tratti e dalle caratteristiche più disparate. Veseli, Gyomber e Ranieri, insieme al rientrante Casasola, sono stati ingaggiati per migliorare la tenuta difensiva, ma c’è ancora il nodo portiere da sciogliere. Inoltre, c’è la trattativa infinita con il Napoli con Tutino, che porterebbe con sé anche Palmiero e Kupisz, ma c’è poi la variabile Lazio che, oltre ai vari Karo, Dziczek, Cicerelli, Gondo, per i quali non c’è ancora una comunicazione ufficiale che diradi il campo dalle nubi e faccia chiarezza sul loro futuro, potrebbe riproporre un pacchetto di calciatori di indubbia qualità ma le cui motivazioni andrebbero testate e cioè Kiyine, Lombardi ed Andrè Anderson. Lombardi, ad esempio, escluderebbe Kupisz nell’ottica del 3-5-2, mentre Kiyine sarebbe impiegato da mezz’ala più che da quinto mancino, posizione in cui Castori non sembra convintissimo né di Lopez né di Curcio. In mediana, partito Akpa Akpro, resta da capire chi darà fisicità e quantità, assicurando le due fasi, recupero palla ed attacco alla porta. L’idea Coulibaly resta intrigante, ma l’Udinese continua a prendere tempo. In attacco non si sa più a quale puntata sia giunta la telenovela Tutino. Il tutto mentre all’inizio del campionato mancano solo due settimane. Quando Castori avrà a disposizione la rosa al completo e potrà lavorare con quei calciatori con cui dovrà affrontare il girone di andata e non con quelli che sono in lista di sbarco? E’ vero che i calciatori di orbita Lazio porterebbero in dote un innegabile tasso di qualità, ma le motivazioni dei singoli restano una incognita come l’obiettivo finale della società che resta chiusa nel suo silenzio. Due settimane al via del campionato, poco più di tre alla fine del mercato: sarebbe importante dare risposte e fare chiarezza ad una città sempre più disorientata e divisa, che sta provando a ricompattarsi sulla questione multiproprietà. Restano altri nodi da sciogliere, altre posizioni da chiarire all’interno della tifoseria che proverà a dialogare ancora per trovare una sintesi e che, intanto, piange la perdita di Bruno Tescione, persona mite e perbene che avrebbe potuto dare un contributo importante col suo stile ed il suo equilibrio in una fase così controversa del rapporto tra mente e cuore nell’universo granata.

Autore dell'articolo: Nicola Roberto