SALERNO PIANGE IL SUO CAVALIERE –

Salerno piange il suo cavaliere. E’ morto all’età di 91 anni Giuseppe Amato, per tutti Peppino, il re della pasta, per tantissimi anni punto di riferimento dell’imprenditoria salernitana, un’icona che neanche le recenti e sciagurate vicende giudiziarie ne hanno scalfito il carisma. Amato è morto mentre era in vacanza a Castellabate, nella sua lunga e prestigiosa carriera ha ricoperto la carica di presidente dei pastai italiani, di presidente degli industriali della Campania. La produzione di pasta il suo fiore all’occhiello. Trecento dipendenti in due stabilimenti, con una capacità produttiva di 3.000 quintali di pasta in 24 ore, negli anni di massimo splendore il gruppo Amato deteneva una quota del 2,5 per cento del mercato nazionale delle paste alimentari con circa 100 miliardi di lire di fatturato. Un colosso capace di accompagnare l’Italia nella storica affermazione ai mondiali di calcio in German ia nel 2006, di risollevare le sorti della salernitana più e più volte, di dare una prospettiva di vita a tantissime famiglie salernitane e non solo. Molteplici e non sempre fortunate le attività imprenditoriali e finanziarie della famiglia: nelle assicurazioni e nel settore bancario. Tanti anche gli incidenti di percorso e le vicissitudini giudiziarie: il nome iscritto nella P2, l’arresto nell’ambito dell’inchiesta sull’Asi di Salerno per il nuovo stabilimento del pastificio nella zona industriale e – storia recente – il fallimento dell’azienda di famiglia. Tanti anche i dolori, la morte del figlio Mimmo nel 1986, quella della moglie Maria e della figlia Gabriella, stroncata da un male pochi anni fa. Amato è stato Salerno, giusto che Salerno lo ricordi ad imperitura memoria.

Autore dell'articolo: Marcello Festa