SAN MATTEO: UNA PROCESSIONE SENZA “BRACCIA”?

L’entrata della Reliquia di San Matteo a Palazzo di Città vale molto più della statua”.  Così Monsignor Moretti che per superare la contestazione legata al mancato ingresso della statua del Santo patrono a Palazzo di Città ieri mattina ha comunicato che entrerà solo lui con il Braccio di San Matteo e con l’acqua santa benedirà l’atrio del Comune casa di tutti i salernitani. L’impegno ecclesiale è aiutare la comunità a sentirsi di San Matteo, il vescovo Moretti tenta con una soluzione alternativa a scongiurare problemi durante la processione come invece avvenne lo scorso anno quando i  portatori stravolsero il percorso previsto dalla Curia, e la statua di San Matteo fu portata in Comune e in riva al mare.

La processione è un momento di festa e non tutta la festa, richiede l’impegno a che sia percepita per quello che realmente è: un atto religioso. Per il vescovo Moretti la processione non è il risultato di accordi, di trattative o soluzioni improvvisate, e la processione proprio in virtù della sua natura non prevede delle “entrate” ma delle soste intese come momenti di preghiera che favoriscono la partecipazione di tutti i fedeli al gesto religioso che si sta compiendo.

Ma se il vescovo ieri ha voluto chiarire e spiegare le modalità della processione nel corso di una conferenza stampa, i portatori delle statue si attendevano invece prima di esser ricevuti per chiarire tutti gli aspetti di una vicenda che giorno dopo giorno assume sempre piu’ i connotati di un braccio di ferro. Avevano chiesto un incontro in Curia ma ad oggi non c’è stata alcuna risposta o meglio le indicazioni della processione sono arrivate ancora una volta attraverso i mezzi di comunicazione.

E se i portatori confidano in una convocazione prima dell’alzata del panno del 21 agosto secondo i bene informati, l’arcivescovo sebbene abbia piu’ volte ribadito che non ci sono polemiche né scontri sembrebbe intenzionato ad andare avanti anche da solo. Addirittura pare possa essere ipotizzata una processione insolita non solo senza entrate e senza giravolte,  ma anche senza “braccia” quelle dei portatori delle paranze con la soluzione di sistemare le statue su furgoncini che potrebbero solo rallentare e sostare.

Ma se l’arcivescovo di Salerno prosegue sulla strada del dialogo e del confronto sarebbe logico che prima che si accorcino i tempi che portano alla festa patronale e alla processione di San Matteo incontri quanti a vario titolo contribuiscono allo svolgimento delle celebrazioni e quindi anche con i portatori delle paranze.

Autore dell'articolo: Barbara Albero