SCAPPATELLA DA 100MILA EURO. RIPRESA A FINE MAGGIO

Una multa di 100mila euro per i nove giocatori della Salernitana che non hanno rispettato le restrizioni per il coronavirus. Da Di Tacchio a Billong, con un occhio ad Alessio Cerci che pare abbia lasciato Salerno addirittura a ridosso della Santa Pasqua. Pugno di ferro della Salernitana. Di Tacchio e compagni saranno multati per aver leso l’immagine della società e soprattutto violato un regolamento interno. Ognuno di loro dovrà pagare circa 10mila euro per la… bravata. Chi più, chi meno ha mandato su tutte le furie il club di Lotito e Mezzaroma. Da un lato i vari Di Tacchio, Migliorini, Lopez, Giannetti e Mantovani che hanno preso parte al compleanno del capitano sabato l’altro; dall’altro Billong, Curcio, Capezzi e Kiyine che domenica scorsa invece hanno raccolto l’invito del difensore francese a partecipare ad una grigliata di carne sul soffitto di casa sua a due passi dallo stadio Arechi. Ognuno di loro dovrà sborsare 10mila euro che gli verranno detratti dal prossimo stipendio (a meno che non si faccia ricorso al Collegio Arbitrale) per avere violato i regolamenti. Voci di corridoio sussurrano che il club granata abbia digerito molto peggio la bravata di Billong che, in barba a decreti e regolamenti, ha organizzato una grigliata di carne domenica scorsa sul suo terrazzo, postando il tutto anche sul proprio profilo social di Instagram. Oltre al padrone di casa dovranno pagare dazio anche Leonardo Capezzi, Felipe Curcio e Sofian Kiyine che hanno raccolto l’invito (cosa che invece non ha fatto Akpa Akpro e qualche altro giocatore ad esempio che pure erano stati invitati). Per tutti e quattro la grigliata di domenica scorsa rischia di essere a dir poco… indigesta. Non è finita. La Salernitana valuta anche la posizione di Alessio Cerci che dalla settimana Santa pare abbia lasciato il suo domicilio di Salerno, preferendo rientrare – a quanto pare senza darne comunicazione – nella sua villa alle porte di Roma (Valmontone) insieme alla famiglia. Intanto la ripresa resta un’incognita.  L’obiettivo è arrivare alla prossima assemblea di Lega – o meglio, alla prosecuzione di quella del 22 aprile scorso, lasciata intenzionalmente aperta – con una proposta concreta di ripresa del campionato con format diverso da quello iniziale. Se i club professionistici riprendessero gli allenamenti in gruppo il 18 maggio, sarebbe ipotizzabile un ritorno in campo il 13 giugno, con scadenza a fine luglio. Ma la Lega B potrebbe comunque non riuscire ad assicurare le 111 gare – playoff e playout compresi – che mancano. I medici chiedono di ridurre partite e trasferte. La chance delle cinque sostituzioni a partita data dall’Uefa per alleviare le fatiche di match ravvicinati, previo ok dell’Ifab, non sembra sufficiente. Molti club preferirebbero poi non riprendere per motivi a metà tra salute, classifica e portafogli. Il compromesso può essere la disputa dei soli playoff (magari allargati) per assicurare le promosse in A e niente playout, con le ultime tre in C. Il 4 maggio assemblea dei club di terza serie (che ha pochissime speranze di riprendere) che dovrà decidere in che modo procedere alle promozioni in B. Probabili quelle di Monza, Reggina e Vicenza, prime nei rispettivi gironi al momento dello stop. Quattro giorni dopo, il Consiglio Federale potrebbe assumersi la paternità di cambi straordinari di format e modalità di promozioni e retrocessioni. “I presupposti per il via libera definitivo potrebbero esserci il 18 maggio – Ma il ministro Spadafora ammonisce – Ciò non vorrà dire che i campionati riprenderanno, da qui a giugno c’è tempo e nessuno sa come l’Italia reagirà”.

Autore dell'articolo: Eugenio Marotta