SCUOLE CHIUSE? SI STUDIA ON LINE: L’ESEMPIO DE SANCTIS –

Dalla teoria alla pratica. Dalle nuove forme di insegnamento studiate sui… libri a quelle messe in pratica su Tablet, Smartphone e personal computer. Mai come oggi più utili che mai. L’emergenza coronavirus ha chiuso tutti gli istituti scolastici di ogni ordine e grado dal 4 marzo scorso su tutto il territorio nazionale, ma le attività didattiche proseguono senza sosta grazie all’impegno del personale docente e non docente ed alla disponibilità degli alunni.

Un esempio virtuoso è quello del liceo classico e scientifico Francesco De Sanctis a Salerno che ha messo a frutto il suo… potenziamento internazionale. L’istituto, che già da un lustro segue questo nuovo indirizzo, e che prevede anche sezioni con lezioni di giornalismo e new media, inglese certificato, digitale certificato, logica e matematica ha in organico 122 persone tra docenti e personale Ata; 46 classi e ben 1.122 alunni. Per fronteggiare l’emergenza e garantire comunque una continuità didattica, la dirigente, Cinzia Lucia Guida; la DSGA, Ivana Serra e la vicepreside, Irene Noce hanno predisposto lo smart working per il personale ATA. Tutti i docenti sono a lavoro da remoto per la sospensione delle attività didattiche ed hanno attivato la didattica a distanza attraverso Google-suite, Meet, Edmondo. Gli alunni seguono le lezioni da casa. Un po’ come ovunque, insomma. La dirigente è in collegamento con i docenti attraverso video conferenze per il monitoraggio continuo delle attività didattiche curricolari. Il Liceo è materialmente deserto, ma vivo e… attivo in rete. Si svolgono riunioni quotidiane, oltre a quelle di staff, si organizzano comunque con le piattaforme web di cui la scuola già era fornita. Tutto il personale Ata è stato da supporto continuo e costante ai docenti per l’implementazione delle attività on-line. Tutti i collaboratori in questo periodo hanno “sanificato” gli ambienti effettuando operazioni che andavano ben al di là dei loro incarichi. Grazie anche al loro lavoro, la scuola va avanti.

Autore dell'articolo: Eugenio Marotta