SFRUTTAMENTO DELLA PROSTITUZIONE, ARRESTATA 28ENNE RUMENA

I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Salerno hanno eseguito ad Eboli un provvedimento di custodia cautelare in carcere emesso dal GIP presso il Tribunale di Salerno nei confronti di O. S. C. (nata in Romania, classe 1988), di fatto domiciliata a Eboli in località Foce Sele, ritenuta responsabile del reato di induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.

Le investigazioni, condotte dal Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Salerno con metodi tradizionali, sono scaturite da diversi riscontri raccolti nel corso dell’operazione “NTIGONE”, condotta il 12 aprile 2014 nei confronti di un sodalizio criminale di etnia rumena, con base logistica a Eboli e dedito al reclutamento di persone da destinare alla prostituzione. In quell’occasione furono eseguiti 4 fermi di indiziato di delitto emessi dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Salerno nei confronti di altrettanti indagati, mentre altri due correi, già allontanatisi da tempo dal territorio nazionale, furono localizzati in Romania, tratti in arresto a seguito di cooperazione internazionale tra le forze di polizia ed estradati in Italia, dove sono tuttora detenuti.

Le indagini hanno consentito di accertare che l’indagata da tempo aveva “reclutato” in Romania una connazionale minorenne, inducendola a venire in Italia con il chiaro e unico intento di avviarla alla prostituzione, che la costringeva ad esercitare su una piazzola assegnata solo a lei, insistente sulla fascia litoranea del comune di Eboli, in località Campolongo, nei pressi della foce del fiume Sele.

L’attività di favoreggiamento e di sfruttamento della prostituzione era curata nei minimi dettagli dalla ORTOPAN, che – oltre a garantire alla ragazza un appoggio logistico presso la sua dimora – si preoccupava di accompagnare quotidianamente la minore sulla piazzola fornendole anche il materiale di “prima necessità” per poter svolgere l’attività di prostituzione (fazzoletti, preservativi, cibo, vestiario) e di andarla a prendere al termine del “servizio”, rimanendo in zona per assicurarle la necessaria “protezione” sia da clienti inadempienti sia da altre meretrici, oppure avvisandola della presenza delle forze dell’ordine nella fascia litoranea. Il tutto, chiaramente, dietro corresponsione giornaliera da parte della giovane del guadagno provento del meretricio, che l’indagata tratteneva interamente per sé.

La donna, espletate le formalità di rito, è stata associata alla Casa Circondariale di Salerno.

Autore dell'articolo: Redazione