TAC ROTTA: LA CISL FP CHIEDE INTERVENTO DELLA PROCURA E DELLA CORTE DEI CONTI

L’Azienda Sanitaria Universitaria di Salerno non si esime mai dal dimostrare tutta la sua mediocrità. Con la rottura di una delle due TAC e con l’altra che già mostra difetti nella riproduzione delle immagini, si potrebbe a breve addirittura non poter più servire il Pronto Soccorso per le diagnosi necessarie anche le problematiche ovvie e manifeste non scaldano la direzione strategica su dinamiche d’importanza assoluta, come il caso della TAC di pronto soccorso che ha valenze multiple ed è situata in Neuroradiologia Interventistica, reparto d’élite e centro HUB Regionale per quanto riguarda il trattamento Stroke da ischemico acuto ed emorragico. Lo scrive in una nota il Segretario Generale Pietro Antonacchio.
Il “macchinario pesante” risulta vecchio e obsoleto, ed attualmente svolge attività per il pronto soccorso sia per la Neuroradiologia che la radiologia generale, nonché per tutti i pazienti COVID positivi essendo individuata come TAC nel percorso “sporco/COVID”: ritarda i percorsi tempo dipendente, come Stroke ed ESA, seppur i rispettivi dipendenti sono encomiabili dal punto di vista professionale e umano svolgendo l’attività interventistica di alta complessità, in difficoltà, ma con ottimi risultati attraverso procedure di altissima fattura secondo protocolli nazionali ed internazionali. Oltre a mala gestione, in questo caso potrebbero esserci anche tutti gli estremi di reato, per non aver ottemperato a quanto il Consiglio di Stato in apposita seduta ha imposto all’ente, condannandola in solido, a procedere con l’aggiudicazione in favore dell’operatore economico ricorrente di avviare la fase esecutiva di messa in opera per la installazione di una nuova TAC. Oggi la TAC del Ruggi si è rotta causando un importante danno sul flusso operativo delle indagini che riguardano sia l’ambiente di emergenza ed urgenza sia le attività ordinarie, per cui si determina un impossibilità di percorsi differenziati che si riflettono ovviamente sulla capacità di individuare in tempo utile le patologie derivanti dalle affezioni da Covid. Un disagio che si riflette anche sui trasferimenti degli utenti nei vari stabilimenti e residenze individuate per il trattamento di tali infezioni. Il fatto grave è che il Consiglio di Stato già lo scorso aprile, quindi già in piena emergenza Covid, aveva suggerito al Direttore Generale di procedere in autotutela, avviando la fase esecutiva dei lavori, al fine di essere pronti ad affrontare il particolare momento, ma il manager non ha ottemperato a tali disposizioni, caratterizzandosi per la sua principale peculiarità di essere un decisore indeciso. Ad aggravare ulteriormente la sua posizione è il non aver recepito la sentenza del Consiglio di Stato di settembre che tra le motivazioni della condanna gli imputava indirettamente di non aver deciso nulla. Oltre al grave danno che sta mettendo a rischio tutti gli operatori e la popolazione, preoccupante è il dispendio di risorse che potrebbero presagire ad un danno erariale di non scarsa e rilevante natura: danno che da aprile a tutt’oggi si sintetizza in euro 128.000 più IVA per il noleggio di apparecchiature obsolete che aumentano la percentuale dell’incidenza di guasti e quindi di non funzionamento, ma soprattutto presupponendo il rischio di limitazione dell’accuratezza diagnostica. Perché potrebbe ipotizzarsi una compromissione della direzione strategica dell’ente? Basta fare un balzo nel tempo per comprendere la portata del dispendio economico, risorse che vengono sottratte alla comunità per prestazioni sanitarie. Dall’atto della naturale scadenza del noleggio quinquennale da gara SO.RE.SA stabilita per il 2015, per i due tomografi in questione, l’ente ha indetto la nuova procedura solo nel 2018 con una spesa triennale riferita al 2015/2018 di euro 570.000, a cui si aggiunge il vizio di forma evidenziato nella procedura di gara, oggetto di condanna, per un ammontare di circa euro 400.000 nel biennio 2018/2020. Allo stato dell’arte, visto che la politica non interviene a rimuovere manager disattenti, sarebbe opportuno che sulla materia intervenga direttamente la Procura della Repubblica e la Corte dei Conti. Ruggi è come un’aquila in catene: ha ampie vedute ma non può volare.

Autore dell'articolo: Barbara Albero