TURISMO, MA NON SOLO: IL CORONAVIRUS INFETTA TUTTI I SETTORI ECONOMICI –

“Siamo all’inizio dell’inizio o all’inizio della fine?”. L’interrogativo che l’imprenditore salernitano Mauro Maccauro, già presidente di Confindustria Salerno ed oggi alla guida dell’ Euroflex SpA, impresa metalmeccanica, ha affidato ad un post sulla sua pagina Facebook, dà, in estrema sintesi, eco alle preoccupazioni che, in queste ore, affannano il respiro anche delle

imprese salernitane, a causa dell’effetto Coronavirus. La durata di questa crisi sull’economia non è certa, ma gli effetti sì. Il turismo in primo luogo, ma non solo. Il blocco di una serie di attività, legato in misura maggiore più al timore del contagio che a livelli effettivi di prevenzione, nei trasporti come in altri ambiti, rischia di mietere più vittime in economia che in sanità. “Stiamo combinando un disastro”, ha scritto ieri il segretario regionale della Cgil Pensionati, Franco Tavella postando la foto della Stazione di Salerno tetramente vuota, in un orario, le 8,40 in cui solitamente lo scalo pullula di studenti e lavoratori pendolari. In Camera di Commercio alcune associazioni di rappresentanza, come la Claai, hanno scritto al presidente Andrea Prete chiedendo la convocazione urgente di una giunta per valutare interventi a favore delle imprese. Non c’è solo il turismo che trema, con Confesercenti che ha chiesto il riconoscimento dello stato di calamità, alla luce delle disdette che fioccano. Ma in ogni settore si stanno registrando conseguenze. Senza scomodare la riduzione del traffico commerciale nel Porto, basterebbe pensare a quello che è successo in questa settimana in tutto il mondo degli eventi: cinema, teatri e spettacoli vari soppressi in un settore dove molte persone vivono di questo. E poi commercio, industria, artigianato. Perfino estetiste e parrucchieri in crisi per il timore del contagio, con la Cna costretta a diffondere un messaggio rassicurante sui centri regolari, ricordando che sono quelli abusivi a far correre dei rischi, già prima del Coronavirus. Senza pensare che potrebbe concretizzarsi l’allarme lanciato da Coldiretti. Con il Coronavirus, i migranti invece di arrivare fuggono. Nel lanciare l’allarme la Coldiretti sottolinea che più di un quarto del made in Italy a tavola ha origine da manodopera straniera con 370mila lavoratori regolari dall’estero impegnati ogni anno in Italia. Con ogni probabilità, stando a quanto dicono gli esperti, ci saranno più danni per la crisi economica generata dal panico, che non per l’epidemia in sé. E se il coronavirus sembra essere destinato a risolversi o comunque a essere contenuto in poco tempo, gli effetti della sua narrazione, in cui è chiaro che sono stati commessi errori gravi, resteranno a lungo.

Autore dell'articolo: Monica Di Mauro