L’emergenza Covid-19 si fa sentire anche nel calcio. Porte chiuse in tutti gli stadi dalla serie A in giù e sarà così almeno fino al tre aprile. Bisogna fare di necessità virtù, adeguandosi alle disposizioni governative ed assumendo tutte le precauzioni del caso per tutelare la salute degli atleti e dei tifosi. Saranno settimane quanto meno strane per il calcio italiano, ma la priorità è superare l’emergenza ed in questo senso sarà una partita da affrontare tutti insieme, anche a costo di cambiare abitudini personali e limitare allo stretto necessario gli spostamenti. Il calcio continua, come la vita ma con tutte le precauzioni del caso. Anche se a porte chiuse, dentro stadi che sembreranno acquari a cielo aperto, ci sarà spazio per le ambizioni, i sogni e le speranze: la Salernitana ed i suoi tifosi ne coltivano in abbondanza, anche alla luce degli anni opachi che hanno fatto da preludio all’avvento di Gian Piero Ventura. Come per magia, ora anche la proprietà e la dirigenza diffondono messaggi meno cifrati che in passato. Ventura sa il fatto suo e da mesi ha indicato nella sosta di marzo il momento in cui si potranno fare i primi bilanci e dichiarare certe intenzioni. Pertanto, da Perugia a Chiavari, passando per la gara interna col Pisa, la Salernitana è attesa da tre tappe a porte chiuse che potrebbero schiuderle orizzonti quanto meno intriganti. La gara col Frosinone ha dato al gruppo una consapevolezza importante delle sue potenzialità e, forse, proprio quella prestazione pur non premiata dal risultato ha dato ai granata la spinta giusta per risolvere una complicatissima pratica casalinga quale era quella col Venezia, una delle squadre col miglior rendimento esterno della cadetteria. Ed ora bisogna confrontarsi con la rabbia del Perugia, a secco di punti da troppo tempo, per compiere un altro passo lungo la strada che porta ad una piena acquisizione di una mentalità indispensabile per ambire a certe posizioni in classifica. Giocare a porte chiuse potrebbe essere un vantaggio, anche se il Perugia potrà sottrarsi alla prevedibile contestazione dei suoi tifosi e, dunque, giocare senza quella tensione e quella paura che il suo allenatore, Cosmi, aveva cercato di scacciare già nelle puntate precedenti. Al di là di queste considerazioni circa l’aspetto mentale, conteranno poi le gambe e la testa. Al culmine di una settimana da tre gare in otto giorni chi avrà più energie e risorse psico- fisiche oggi sarà avvantaggiato. A porte chiuse i punti non valgono di meno, anzi potrebbero essere bottino prezioso per il gran finale. Nella speranza che questo vada in scena in stadi di nuovo aperti.
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