UNA PANCHINA INSTABILE: ANCHE COLANTUONO NON SFUGGE ALLA REGOLA DEL DUE

Una panchina per due. Su quella della Salernitana, ormai, ogni anno siedono almeno due allenatori. C’è chi inizia e chi conclude la stagione, ma c’è stato anche chi non ha praticamente nemmeno cominciato. Nell’era Lotito- Mezzaroma soltanto Carlo Perrone è durato per un campionato interno, ma, in verità, quello era il Salerno Calcio che vinse il campionato di serie D. Poi, dopo l’addio del tecnico romano, la panca della squadra, che nel frattempo aveva recuperato colore e denominazione, tornando a vestire il granata, non ha più avuto pace. Galderisi, poi di nuovo Perrone nella stagione del ritorno in Prima Divisione. Ed ancora, dopo i ripensamenti prima della partenza per il ritiro del tecnico artefice delle due promozioni, ecco Sanderra che durò poco e fu sostituito da Perrone, poi sollevato dall’incarico dopo il ritorno nel ruolo di direttore sportivo di Fabiani che scelse Gregucci. Il trainer pugliese vinse la Coppa Italia, ma non fu confermato. Nell’estate 2014 salì sulla giostra granata Mario Somma, dimessosi ad un paio di settimane dal via del campionato per divergenze, per usare un eufemismo, con Fabiani. Ed ecco, Leonardo Menichini che, nonostante le critiche ed un rapporto mai decollato col diesse Fabiani, conquistò la promozione in serie B ed ovviamente non fu riconfermato. La giostra continuò a girare e fu il turno di Vincenzo Torrente che, pur di allenare la Salernitana, rinunciò finanche al suo staff. Esonero scritto in partenza e puntualmente avvenuto all’inizio del girone di ritorno quando Lotito si affidò di nuovo a Menichini. L’estate seguente, toccò a Sannino, chiamato a rimpiazzare Simone Inzaghi che il patron aveva deciso di mandare a Salerno e che, poi, dopo il famoso dietrofront di Bielsa, rimase a Formello. Sannino, invece, non durò molto sulla panca granata. A fine novembre, infatti, rassegnò le dimissioni e fu sostituito da Bollini. L’ex trainer della Primavera laziale rimase dodici mesi in carica, rimpiazzato un anno fa da Colantuono che, dopo un anno in sella, ha deciso di scendere dalla giostra. Salerno piazza difficile per gli allenatori? Forse sì, forse no. Lotito e Mezzaroma ne hanno cambiati tanti e, dopo il ritorno di Fabiani, l’altalena in panca è diventata la regola. Che neanche Colantuono, solo in apparenza blindato da un contratto lungo ed oneroso, fosse al sicuro non era, poi, così difficile da intuire. Dal mercato alla stretta attualità, in fondo, tutto era scritto perchè il copione non cambia mai. Al massimo, cambiano gli attori e le comparse.

Autore dell'articolo: Nicola Roberto