9 settembre 1990 è il giorno del battesimo dello Stadio Arechi. Al suo ritorno in B, la Salernitana di Peppino Soglia e Giancarlo Ansaloni ospita il Padova. Finirà senza gol, ma sarà comunque una giornata storica. Trentadue anni dopo, lo stadio di via Allende ospita gare del massimo campionato per la terza volta nella sua storia, ma fa registrare qualche ritardo rispetto ai tempi che sono sicuramente cambiati da quell’indimenticabile 1990. Parcheggi, strade di accesso, norme sulla sicurezza, limitazioni ed altre misure di prevenzione: tutto è cambiato ed anche la concezione dello stadio è molto diversa. Pochi club in Italia, moltissimi all’estero sono i club proprietari degli impianti e questo fa tutta la differenza per la competitività sul mercato e, dunque, per i risultati sportivi. La Salernitana da mesi dialoga con il Comune di Salerno per passare dalla Convenzione alla Concessione dell’Arechi. Ad ottobre le parti si rivedranno e la Salernitana spera che si possa cominciare a mettere a punto una bozza di intesa più concreta. La scorsa primavera c’erano stati segnali di ampia disponibilità, ma poi l’iter si bloccò. Gestire uno stadio in regime di concessione significherebbe per la Salernitana poterlo sfruttare a tuttotondo, aprendo le porte dell’Arechi anche quando non ci sono partite da giocare. Un museo, uno store, un ristorante, un’area svago per grandi e piccoli, la possibilità di organizzare anche delle feste private o di vivere esperienza multimediali: l’offerta che la società di Danilo Iervolino potrebbe presentare ai suoi fans sarebbe davvero accattivante ed aprirebbe nuovi orizzonti sotto il profilo della fidelizzazione, ma anche della resa e degli introiti con cui si renderebbe più sostenibile il progetto tecnico- sportivo. Ed in questo contesto si inserisce anche la questione del centro sportivo. La Salernitana ha indirizzato al Comune una missiva con cui ha chiesto la disponibilità di un’area di 200 mila metri quadrati. La Salernitana ha bisogno di spazi e di infrastrutture per sviluppare la sua visione di insieme in cui l’attività sportiva della prima squadra è importante, ma è fondamentale quella del settore giovanile ed in cui avrà sempre più spazio anche la sezione femminile. Per quanto concerne i giovani non si può tralasciare l’aspetto dell’educazione e della formazione e, dunque, il centro sportivo darebbe anche la possibilità di meglio coordinare questi aspetti con la pratica sportiva. Il progetto che ha in mente Iervolino e che l’amministratore delegato Maurizio Milan sta portando avanti svolgendo un importante ruolo anche di ambasciatore del club proprio presso le Istituzioni insieme alla responsabile della comunicazione, Mara Andria. La zona su cui si erano soffermate le attenzioni del club era quella di Capitolo San Matteo, ma il cambio di destinazione dell’area richiederebbe due anni circa. Troppi per una società che ha fretta e che vuole espandersi rapidamente. Ecco il motivo della lettera indirizzata al Comune con cui la Salernitana ha chiesto di indicare aree che insistano nel territorio comunale adatte allo scopo. Dal Comune dovrebbero essere indicate alcune possibilità che il club dovrà vagliare. Ora occorre accelerare. La scelta dell’area, l’iter burocratico necessario, poi i lavori: ci vorrà ancora del tempo per vedere realizzato quello che per la città di Salerno è sempre stato un miraggio che solo il progetto Castelrovere aveva in parte cominciato a rendere realtà. Ora, però, sembrano esserci le condizioni ideali per arrivare fino in fondo.
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