BALLOTTAGGI, TUTTO COME NELLE PREVISIONI

Nessuna sorpresa dalle urne per il secondo turno di ballottaggio che ieri domenica 9 giugno ha portato alle urne cinque comuni salernitani per scegliere il sindaco dopo che al primo turno, lo scorso 26 maggio nessuno dei candidati era riuscito a conquistare la maggioranza degli elettori. Tre comuni vanno al centro sinistra, Baronissi, Capaccio e Sarno, due al centro destra, Pagani e Scafati. Ma tutti i candidati che avevano vinto il primo scontro hanno confermato la supremazia sugli avversari. “E’ stata la vittoria della città della gente” ha subito dichiarato sul suo profilo Facebook, Gianfanco Valiante che si riconferma alla guida di Baronissi con il 54,46 % dei voti lasciando il suo ex assessore Luca Galdi al 45,54% con 800 voti in meno. “Abbiamo vinto contro le ammucchiate politiche, le menzogne e le strumentalizzazioni”- ha aggiunto Valiante. E si è messo subito a lavoro anche Franco Alfieri che dopo essere stato sindaco di Agropoli e Torchiara, conquista il suo terzo comune cilentano, arrivando alla guida di Capaccio Paestum. Alfieri conquista 6221 voti ed il 53,58% degli elettori, mentre Italo Voza che al primo turno aveva 20 punti percentuali in meno, raggiunge il 46, 42 % con 5390 preferenze. Il nuovo sindaco di Capaccio si è già messo a lavoro e ha fatto sapere di aver incontrato questa mattina i dipendenti comunali. Nell’agro nocerino sarnese, Pagani vede il trionfo con il 61, 19% degli elettori dalla parte del suo ritorno, di Alberico Gambino sostenuto da Lega, Forza Italia e FdI contro Salvatore Bottone, sindaco uscente e candidato del Pd che si ferma 38,81% – 6.057 voti. A Scafati Cristoforo Salvati, con il 51,87% anche qui con il sostegno di un centro destra composto da Lega e Fratelli d’Italia, si impone su Michele Russo, civico sostenuto dal centro sinistra che chiude il ballottaggio al 48,13%. A Sarno tutto come nelle previsioni. Riconferma senza fatica per il sindaco uscente Giuseppe Canfora 54,66% che ferma lo sfidante Giuseppe Cocca al 45,34% .

Autore dell'articolo: Monica Di Mauro