CESSIONE SALERNITANA: QUARANTACINQUE GIORNI ALL’ALBA

Il silenzio, spesso, è d’oro ed ieri è stato giustamente ed opportunamente un giorno senza parole e comunicazioni ufficiali per quanto concerne la vicenda societaria della Salernitana. Scaduto il termine fissato a suo tempo dai trustee allo spirare della serata di ieri, è filtrata una indiscrezione circa una possibile offerta presentata via pec in extremis. La questione, però, non è se ieri prima della mezzanotte sia arrivata una offerta misteriosa, bensì a cosa abbia portato il lavoro dei trustee da settembre ad oggi. Siamo alla metà del mese di novembre, mancano quarantacinque giorni alla data del 31 dicembre, l’unico termine che dovrebbe essere tassativo e vincolante, e non solo dal fronte granata ma anche dalla Figc non si registrano passi ufficiali. Si spera che nelle prossime ore arrivi una schiarita sul fronte cessione della Salernitana. Da oltre quattro mesi, i trustee sono alla ricerca dell’offerta congrua e la Figc ha, più volte, assicurato che avrebbe vigilato ed ora il suo ruolo diventa ancora più importante con l’approssimarsi di una scadenza che metterà dinanzi ad un bivio lo stesso presidente federale, Gabriele Gravina, scottato dal flop azzurro per il Qatar ed impegnato nella vicenda relativa alla Lega Dilettanti, ma pur sempre tenuto a svolgere in pieno il suo ruolo di garante: in caso di mancata cessione nei termini stabiliti, sarebbe pronto a dare attuazione a quanto era stato paventato a luglio, cioè alla esclusione della Salernitana dal campionato, o verrebbe privilegiata ancora una volta la soluzione politica con un altro compromesso? I tifosi attendono con sempre maggiore impazienza gli eventi. Il 15 novembre non solo è arrivato ma è anche passato. Non resta che attendere le comunicazioni dei trustee che anche allo scadere del precedente termine fissato avevano aggiornato i tifosi. Forma a parte, conta la sostanza. La Salernitana può essere venduta? Ci sono vincoli, paletti, ostacoli che rendono più complicata la cessione di una società che milita in serie A, anche se annaspa in fondo alla classifica, ha comunque incassato un bel po’ di euro al botteghino, dovrà intascare un cospicuo assegno da Dazn per i diritti tv e, nella peggiore delle ipotesi, ha un paracadute con cui attutire il contraccolpo di un eventuale insuccesso in campionato? Non si ritiene che da maggio in poi sia passato un periodo di tempo congruo per trovare una soluzione ad un problema esistente da dieci anni?

Autore dell'articolo: Nicola Roberto