IL CANE DANNEGGIA LA PROPRIETA’ DEL VICINO: QUALI SONO LE CONSEGUENZE?

Non di rado si assiste a dispute tra vicini a causa degli animali domestici. Un cane che abbaia troppo, per esempio, può infastidire al punto da diventare oggetto di discussione in tribunale e costare caro al proprio padrone, costretto a risarcire per i danni psicologici arrecati al vicinato.

Allo stesso modo, quando un cane entra nella proprietà altrui provocando dei danni materiali questo può comportare una serie di conseguenze legali a livello civile e amministrativo.

 

Responsabilità Civile, Penale e Amministrativa del Padrone di un Cane

Il proprietario di un cane è responsabile per tutte le azioni del suo animale, sia dal punto di vista civile che penale. Questo è ciò che è stabilito sia dal Codice Civile che dal Codice Penale.

Dal punto di vista civile, la legge stabilisce che al proprietario di un animale (o chi se ne occupa, ad esempio un familiare o un dog-sitter) è imputabile la responsabilità dei danni causati dall’animale, sia che l’animale sia sotto la sua custodia o se se si smarrisce o fugge. L’unica eccezione a questa responsabilità è se il proprietario può dimostrare che l’evento è avvenuto per caso fortuito. Questo principio è conosciuto come “responsabilità oggettiva,” il che significa che la responsabilità sorge automaticamente, senza richiedere un’intenzione colposa da parte del proprietario, ma solo in virtù del fatto che il proprietario ha una relazione con l’animale.

Quindi, se il cane rompe una cosa o morde qualcuno, il proprietario o chi lo stava portando a passeggio è tenuto a risarcire il danneggiato. Non è possibile giustificarsi dicendo che l’animale ha tirato il guinzaglio, rotto la catena o saltato il cancello.

Dal punto di vista amministrativo, il Codice Penale stabilisce che chiunque lascia animali pericolosi liberi o non li custodisce con le dovute precauzioni, è punito con sanzioni amministrative che vanno da 25 a 258 euro. Questa condotta, in passato, rappresentava un vero e proprio reato, ma ora è stata depenalizzata. Questo obbligo sorge ogni volta che esiste una relazione di possesso o detenzione tra l’animale e una persona.

La norma relativa agli animali pericolosi sembra non applicarsi ai cani di piccola taglia o razza, il cui comportamento dannoso rientra principalmente nell’ambito civile del risarcimento.

Dal punto di vista penale, il Codice Penale prevede pene detentive fino a 3 mesi o multe fino a 309 euro per chi, attraverso il proprio cane o in altro modo, causa lesioni personali a terzi.

 

Se un cane entra nella proprietà altrui: Cosa Fare?

La reazione dipende dalle conseguenze del comportamento del cane nella proprietà altrui. Non è possibile denunciare il proprietario per violazione del domicilio o il cane stesso. Le azioni legali possono essere intraprese solo contro chi ha temporaneamente il possesso dell’animale e solo se si presentano alcuni scenari.

 

Danni causati dall’animale

Nel caso di danni economici causati dal cane entrato in una proprietà privata (come un vaso rotto o escrementi su piante o nell’orto), l’unica azione possibile è una richiesta di risarcimento civile. È importante valutare l’entità del danno, poiché la giurisprudenza tende a respingere le richieste per danni di entità irrisoria. In questi casi avere un’assicurazione completa per la casa che copra anche in caso di danni causati da animali domestici può rappresentare un aiuto concreto nella copertura delle spese.

 

Se l’animale spaventa

Se qualcuno ha paura degli animali, può chiamare la polizia municipale o la questura, che prenderanno provvedimenti contro il proprietario, ad esempio con una multa per aver lasciato l’animale libero. Se questa situazione comporta anche danni, come l’impossibilità di rientrare a casa, si può agire anche in sede civile.

 

Animale aggressivo

Se il cane attacca qualcuno, è possibile denunciare il proprietario alle autorità per le lesioni personali causate. La vittima può costituirsi come parte civile in un processo penale per ottenere un risarcimento.

La responsabilità del proprietario o del custode dell’animale è sempre presunta e si basa sul rapporto effettivo con l’animale. Questa responsabilità è oggettiva e non richiede la prova di colpa o dolo.

La responsabilità del proprietario dell’animale è esclusa quando il danno è causato mentre l’animale è utilizzato da altri o è tenuto in custodia da altri con il consenso del proprietario.

Inoltre, il proprietario o il custode dell’animale può dimostrare che l’evento è avvenuto per caso fortuito, ossia per cause esterne imprevedibili ed inevitabili.

Autore dell'articolo: Redazione