IL TRIBUNALE DI SALERNO PUO’ DIVENTARE UNA SCUOLA DI FORMAZIONE –

“L’imminente ed integrale trasferimento degli Uffici Giudiziari nella nuova e moderna Cittadella suggerisce una riflessione per una ambiziosa e funzionale utilizzazione del prestigioso e monumentale Palazzo di Giustizia nel Centro di Salerno, di proprietà dell’Agenzia del Demanio. In questi giorni, dopo che è già stata spostata nelle scorse settimane la Corte di Appello, si sta completando il trasferimento di tutti gli Uffici della Procura della Repubblica, a fine mese sarà la volta degli Uffici della Procura Generale della Corte di Appello. Giustamente è stato deciso di destinare i locali del primo piano (dal lato di Corso Garibaldi) del Palazzo a sede degli Uffici del Giudice di Pace e degli Ufficiali Giudiziari, sino ad ora rispettivamente ubicati in via Francesco Prudente ed in Piazza Giacomo Matteotti. Conseguentemente le strutture della Giurisdizione Ordinaria saranno tutte localizzate nella Cittadella e per gli Uffici indicati nel Palazzo di Giustizia.
E’ necessario e quanto mai opportuno avviare una approfondita e partecipata riflessione sulla futura destinazione degli ulteriori tre piani del Palazzo di Giustizia, che ricomprendono tante aule, spazi e locali considerevoli e che andrebbero adibiti a funzioni di particolare rilevanza e significato per la Città e l’intero territorio della nostra provincia.

La tragedia della pandemia, con tutte le pesantissime e prolungate conseguenze negative sotto il profilo economico e sociale, impone una profonda rivisitazione del modello di sviluppo, che deve essere orientato con un disegno lungimirante e con grande determinazione verso una crescita sostenibile ed ecocompatibile, capace di coniugare investimenti produttivi, infrastrutture materiali ed immateriali e tutela e promozione dell’ambiente.
Negli ultimi anni il più alto tasso di sviluppo si è avuto nel vasto ed articolato mondo della Green Economy con 3.100.000 “green jobs” (contratti di lavoro legati alla qualità ambientale), dei quali 658.800 nel Mezzogiorno; negli anni 2015-2019 ben 432.288 Imprese hanno effettuato eco-investimenti, 129.006 nel Sud. Le imprese green sono quelle che innovano di più, hanno un tasso più alto di export, sono le più coesive per capacità di coltivare un rapporto più forte con maestranze, istituzioni e territori, riescono a creare filiere produttive virtuose e stabili. Ed il green non investe singoli settori, ma rappresenta una dimensione oramai fondamentale dell’impresa che interessa molti ambiti: edilizia, ricerca, agroalimentare ed agricoltura biologica, legno-mobili, automazione, chimica verde, moda. Emergono sul mercato del lavoro nuove figure professionali, come esperti della economia circolare, project manager, project financer verdi, responsabili marketing, figure gestionali legate al mondo della finanza, professionalità nella filiera del riciclo dei materiali, tecnici meccanici, impiantisti ed installatori specializzati, brand ambassador. Anche nell’ambito delle professioni tradizionali sono sempre più richiesti profili green, come biologi, agronomi e chimici green, giuristi dell’ambiente, bioingegneri e bioarchitetti, specialisti nella fiscalità incentivante.
Cresce la quota di energia da fonti rinnovabili e pulite, come il fotovoltaico, i parchi eolici, gli impianti a biogas collegati ad un’agricoltura sostenibile, nell’ambito degli obiettivi sempre più prioritari della drastica riduzione delle emissioni inquinanti e di gas serra e della lotta ai cambiamenti climatici.
Già prima della devastante epidemia del Covid-19, si calcolava che almeno 1 nuovo posto di lavoro (quindi, oltre 500.000) su 5 nel quinquennio prossimo riguarderà l’economia verde. Ma questi numeri sono destinati a crescere molto con il New Green Deal lanciato dalla Commissione Europea, le ingenti risorse del Recovery Fund, con i radicali e permanenti mutamenti imposti al modello di produzione dalla trasformazione così urgente e profonda, di cui vi è sempre più consapevolezza.
Si è, poi, rafforzata la leva fiscale con l’incremento del credito di imposta fino al 110% delle spese sostenute per i cc.dd. ecobonus, per lavori di risparmio ed efficientamento energetico degli edifici, a conferma di una scelta irreversibile della nostra legislazione.
La provincia di Salerno e la Campania hanno tutte le risorse ambientali e le vocazioni territoriali, le strutture economiche per puntare con forza sulla filiera delle Green economy e del Turismo c.d. ecologico che può trovare una attrazione di qualità nei Borghi antichi e nei Centri storici, nel patrimonio paesaggistico e naturalistico, nei tanti giacimenti culturali, archeologici e storici, dei quali sono ricchissimi i nostri territori.
Decisiva è l’attività di formazione, aggiornamento e specializzazione per preparare le nuove figure ed i professionisti, che saranno sempre più richiesti sul mercato del lavoro nella sfida avvincente che è innanzi a noi.
Salerno, proprio avvalendosi della sede così autorevole ed adeguata del Palazzo di Giustizia, può candidarsi a creare una Scuola di Formazione, un Polo integrato di didattica, ricerca, di integrazione di saperi e con una impostazione multidisciplinare, nel campo della filiera così attuale che, nel segno di una crescita completa, mette insieme Green Economy, Sviluppo sostenibile ed Innovazione, Turismo ecologico e Valorizzazione dei Beni culturali. Una Scuola che potrebbe divenire un Polo di eccellenza, una esperienza all’avanguardia e nuova a livello nazionale
Questo progetto di alto profilo può essere portato avanti attraverso una stretta collaborazione e l’impegno dell’Università degli Studi di Salerno, del Comune di Salerno, della Regione Campania, della Camera di Commercio, delle Associazioni imprenditoriali, delle Forze sociali, delle Istituzioni culturali.
Da questa sinergia dovrebbe derivare una proposta organica e di eccellenza da sottoporre alla valutazione ed alla decisione delle Autorità statali titolari dell’immobile.”

Autore dell'articolo: Redazione