INCENDI BOSCHIVI: TEMPO DI BILANCI

Con l’estate ampiamente in archivio e l’incedere dell’autunno caratterizzato da una naturale e rapida riduzione delle temperature può essere utile fare il punto su una delle principali emergenze ambientali legate ai periodi caldi: il fenomeno degli incendi boschivi nel territorio del Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano ed Alburni. Il Coordinamento Territoriale per l’Ambiente del Corpo forestale dello Stato ha censito un totale di 99 incendi boschivi di cui 92 di origine dolosa e 7

di natura colposa per una superficie bruciata complessiva pari ad Ha 384.46 di cui 288.92 di superficie boscata in zone ricadenti nell’Area Protetta, comportando un’immagine di degrado e di deturpamento del tipico paesaggio cilentano, oggetto di particolare tutela. Stavolta è andata discretamente bene in considerazione delle condizioni meteo che, rispetto alla precedente stagione estiva, quest’anno sono state particolarmente favorevoli all’ insorgere degli incendi con alcune

giornate molto calde e giorni intensi di focolai che purtroppo hanno interessato e segnato il territorio del Parco.Gli incendi di maggior estensione si sono verificati nei Comuni di Pisciotta (Ha 15), Roscigno (Ha26), Pollica (Ha30), Tortorella (Ha 30) e San Giovanni a Piro (Ha 36). I mezzi aerei coinvolti nella lotta attiva hanno registrato n° 37 interventi di mezzi aerei Regionali e n° 13 missioni dei mezzi aerei Nazionali, talvolta anche in concorso tra loro. Il Corpo Forestale dello Stato

nella lotta attiva agli incendi boschivi mette in atto attività di

ricognizione di obiettivi prioritari da difendere; sorveglianza in modo intensivo e continuativo, con squadre addette al controllo del territorio, con sistemi fissi di monitoraggio; avvistamento con squadre mobili sul territorio, mezzi aerei e anche con sistemi di avvistamento automatici fissi.

L’allarme arriva ai centri di ascolto dedicati dagli addetti ai servizi di ricognizione-sorveglianzaavvistamento ma anche dalla spontanea segnalazione di privati cittadini, che comunicano l’avvistamento di un incendio al 1515 del Corpo forestale dello Stato. Complessa è l’ attività d’indagine, elemento utile per poter ricostruire la dinamica dell’incendio ai fini della individuazione dei responsabili. Fondamentale si è rivelata l’applicazione del Metodo delle Evidenze Fisiche, una tecnica investigativa utilizzata da anni a livello internazionale e, in Italia,

anche dal Corpo Forestale dello Stato grazie al quale procedendo con l’esame dei “segnali indicatori” rilevati con tale metodica, si possono ottenere utili informazioni sulla direzione di propagazione, sull’intensità di calore, sulla velocità di avanzamento e sulle modalità di attivazione dell’incendio. Quindi una ricostruzione compiuta dell’ incendio dopo il suo verificarsi. Attuato infatti sul 38.38% degli eventi, l’applicazione di tale metodo ha consentito l’individuazione di diversi responsabili di incendi boschivi: per tali delitti infatti sono stati deferite all’Autorità Giudiziaria n° 8 persone di cui 2 per reato boschivo doloso e n° 6 per fattispecie colposa. Il

monitoraggio ed il contrasto al fenomeno degli incendi boschivi è una delle missioni fondamentali degli uomini del Corpo Forestale dello Stato al fine di preservare le matrici ambientali, l’equilibrio ecologico e quindi la salute dei cittadini oltre che lo stato di naturalità del territorio cilentano.

Autore dell'articolo: Marcello Festa