LOTITO: SCUSE BOOMERANG

Inutili e inopportune. Tentando di recuperare una posizione, Lotito rischia di perderne due. Stavolta il vulcanico imprenditore romano ha fatto il più classico degli autogol. Non solo alla Lazio, ma anche e soprattutto alla Salernitana. Il mea-culpa fatto ieri l’altro ai tifosi laziali attraverso un editoriale sulla rivista ufficiale biancoceleste ha scatenato un polverone di polemiche. Lotito ha rimarcato il suo amore viscerale e incondizionato per la squadra capitolina, assumendosi le responsabilità del momento ed ammettendo pure che le critiche mosse al club erano giuste e sono state pure sottovalutate. Un’ammissione di colpa, non c’è che dire. Che serve a poco, però. Se non ad esacerbare gli animi delle sue due “figlie”, come ha sempre amato definire lo stesso Lotito, Lazio e Salernitana. Difficilmente, infatti, il mea culpa per una stagione andata male in terra capitolina farà ricucire il rapporto – mai sbocciato a dire il vero – tra la tifoseria biancoceleste ed il patron. Le parti sono distanti anni luce e neppure i risultati lusinghieri dello scorso anno avevano avuto l’effetto sperato. La frattura era e resta netta e non sarà certo un editoriale a sanarla.

Sponda granata invece le parole del patron rischiano di avere un effetto devastante. Si legge di un padre di famiglia che si preoccupa dello stato di salute della sua figlia maggiore, influenzata, diciamo così. La Lazio, insomma, che manca la qualificazione in Europa. Lo stesso padre, però, continua a rimanere inerme, in un silenzio assordante, per l’altra figlia – la Salernitana – gravemente ammalata… di risultati e forse anche di vicinanza paterna, ad un passo dalla retrocessione. Per non parlare della cultura del sospetto innescata da Lotito quando parla della Lazio come di “una grande passione, un grande amore per cui ha sacrificato e sacrifica la sua vita”. Se ieri, insomma, si pensava ad una disaffezione della proprietà capitolina nei confronti dell’ippocampo oggi il sospetto che ci sia un clima di smobilitazione per i colori granata potrebbe essere legittimo. Ecco perché l’editoriale di Lotito è stato inutile e inopportuno. Inutile perché non servirà certo a ricucire lo strappo con la tifoseria laziale. Inopportuno perché rischia di incrinare definitivamente pure quello con la torcida granata che invece ha sempre celebrato – forse anche troppo – la proprietà capitolina, capace di riportare l’ippocampo nel calcio che conta. Salerno è stata capace anche di ingoiare qualche boccone amaro per il caratteraccio di Lotito che troppe volte ha usato parole forti nei confronti della storia granata. Tutto sempre digerito, metabolizzato, dimenticato. Oggi, però, con una squadra penultima in classifica a serio rischio retrocessione, le voci di un disimpegno e l’editoriale scritto per la Lazio che non va in Europa League si rischia di avere superato gli argini. Si è superato il senso di una misura già abbondantemente colma. Il co-patron ha sempre definito la Salernitana la sorella minore rispetto alla Lazio, solo perché militava in categorie inferiori. Minore, forse, caro Lotito, ma non certo minus habens…

Autore dell'articolo: Eugenio Marotta