PEDOPORNOGRAFIA: ARRESTATO UN ALBANESE –

Si era finto un coetaneo, si era finto interessato a lei,  e messaggio dopo messaggio, aveva conquistato la sua fiducia su Facebook, arrivando a farsi consegnare anche le password degli account. Cosi un albanese di 68 anni aveva convinto una ragazzina, all’epoca dei fatti appena dodicenne, residente in provincia di Salerno, a spogliarsi e masturbarsi davanti alla webcam. Al suo primo rifiuto era scattata la minaccia. “Se non lo fai più divulgo ai tuoi amici e parenti le immagini precedenti”. Per due anni era riuscito a convincerla a continuare, poi la vittima si è fermata ed il mostro del web non ha esitato a pubblicare alcuni cortometraggi erotici in suo possesso, rendendoli pubblici e quindi visibili ad amici e parenti, fra cui il forum della scuola frequentata dalla ragazzina. Non è stato facile risalire all’identità dell’albanese che ora deve rispondere di violenza sessuale aggravata, divulgazione di materiale pedopornografico, accesso abusivo a sistema informatico, sostituzione di persona e atti persecutori in danno di minore. La procura della Repubblica di Salerno e la sezione di Salerno della Polizia Postale e delle Comunicazioni della Campania, ha dovuto recarsi in Albania per fermare l’uomo estradato ed arrestato nella giornata di ieri all’aeroporto di Roma Fiumicino grazie alla cooperazione delle autorità albanesi con il pm salernitano Penna. L’indagine ha tra l’altro messo in luce un profilo inquietante. Nell’ hardisk del suo computer le forze dell’ordine hanno ritrovato traccia non solo del contatto con la ragazzina salernitana, ma altro materiale pedo pornografico, tra cui anche immagini della nipote ritratta in pose ammiccanti e delle figlia mentre compie atti sessuali con il marito. Nel raccontare l’inchiesta il procuratore Lembo ha parlato di una vera e propria caccia all’uomo sul web. Un ‘indagine magari anche poco significativa sul piano giornalistico, ma che fa suonare un campanello d’allarme per genitori, figli e mondo della scuola che non deve passare in silenzio. L’inquietante vicenda dell’adescatore su internet , primo caso in Italia di un cittadino straniero tratto in arresto per reati di violenza a sfondo sessuale nei confronti di una minore senza essere mai venuto a contatto con la sua vittima, apre uno scenario allarmante sull’uso di internet la poco preparazione delle famiglie e la necessità di approcciare ad un nuovo modo di fare comunicazione che può celare pericoli e rischi notevoli. Per questo durante  la conferenza stampa la polizia postale che ha effettuato l’inchiesta si è soffermata anche su una serie di consigli per l’uso del web.

Autore dell'articolo: Marcello Festa