E’ un calderone nel quale c’è finito di tutto: politica, affari, gossip, vicende strettamente personali che sarebbe giusto e doveroso tenere secretate proprio perchè non costituenti notizie di reato. Ma così va il mondo e quando si scatena la bufera è difficile distinguere il lecito dall’illecito. E’ un Vaso di Pandora l’appalto di Piazza della Libertà a Salerno, quella che nei progetti di De Luca, doveva e deve rappresentare il simbolo della nuova città. E se da una parte rimossi i sigilli, a breve, si conoscerà con esattezza il nome dell’impresa che dovrà, finalmente, completarla e che dovrebbe essere la Comes di Potenza, dall’altra emergono vecchi fantasmi, quelli relativi all’appalto originario, quello che determinò l’assegnazione all’Esa Costruzioni dei fratelli Esposito di Nocera. Qui le acque si intorbidiscono perchè – come emerso dalle indagini, oggi di dominio pubblico grazie alla diffusione a mezzo stampa del contenuto delle intercettazioni – si fa fatica a marcare l’attività politica da quella imprenditoriale. Le intercettazioni depositate a Salerno nell’ultima inchiesta, quella sulla variante da 8 milioni di euro per i lavori di piazza della Libertà, che vede – tra gli altri – indagato Vincenzo De Luca per falso in atto pubblico, fanno emergere in oltre 12mila pagine vicende praticamente agli antipodi ma tutte, in qualche modo, ricollegabili. Si va dai presunti brogli Pd sulle primarie per il parlamento del 2012 per favorire Fulvio Bonavitacola, ai colloqui tra l’allora sindaco di Salerno e il prefetto dell’epoca, Gerarda Pantalone, a questioni meramente personali e che riguiardano i rapporti tra i più stretti collaboratori di De Luca e l’impresa di Nocera. Sulle Primarie il sospetto è che siano stati preparati “progetti di brogli Pd ” per il parlamento del 2012 a Salerno, “per favorire Fulvio Bonavitacola”, allora deputato e oggi numero 2 della Regione Campania. Sui colloqui col prefetto l’attenzione degli inquirenti è concentrata su una telefonata tra de Luca , appena nominato Vice Ministro alle Infrastrtture e il Prefetto Gerarda Maria Pantalone che, nel congraturasi con De Luca per la nomina, gli chiede se è sua intenzione dimettersi dalla carica di sindaco di Salerno. Ma De Luca rassicura la sua interlocutrice sul mantenimento dell’incarico di sindaco, lasciando intendere che il suo primo pensiero è rivolto al completamento delle opere pubbliche salernitane, tra le quali quella di Piazza della Libertà. Perentorio, allora, il rapporto degli uomini della Tributaria della Guardia di Finanza secondo cui a Salerno opera “un comitato politico-affaristico. Un’organizzazione composta da membri appartenenti sia ad ambiti pubblici, sia ad ambiti privati, che agisce sotto una regia politica e tende ad orientare i propri interessi verso la gestione degli appalti e degli affidamenti per la costruzione delle più importanti opere pubbliche in corso di realizzazione e/o di progettazione nella città”.
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1 commento su “PIAZZA DELLA LIBERTA’: IL VASO DI PANDORA”
volvin
(Febbraio 18, 2016 - 1:37 pm)Quando si mettono insieme 12 mila pagine per una inchiesta si comprende perchè la giustizia in Italia è in condizioni disperate. Le prove di un reato, se vi sono, non dovrebbero riempire più di 12 pagine, tutto il resto sono come gli emendamenti fotocopie presentati al Parlamento. In quel caso basta un “canguro” nel nostro, un Giudice di buon senso.
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