“REGALIAMOCI LA SOLIDARIETÀ, CESTE DI NATALE FEMMINISTE”

Venerdì 6 dicembre 2019, alle ore 18:30, Resilienza ospiterà, nella sua sede sita in via della Repubblica a Cava de’ Tirreni, il progetto “Regaliamoci la solidarietà, ceste di Natale femministe” sarà anche occasione per illustrare l’insidia celata nella violenza economica e mostrare progetti concreti d’inclusione femminile nel mondo del lavoro.
Nel corso dell’evento, Emilia Andreou della rete nazionale Fuorimercato, esporrà un’iniziativa a sostegno della realtà di mutualismo femminista, attraverso la vendita di ceste natalizie composte da prodotti confezionati da donne che stanno lottando per uscire da condizioni di violenza e/o precarietà economica.

La violenza contro le donne è una piaga che rende monca la nostra società assumendo varie forme: tra queste, una delle più subdole e ingiustamente sottovalutate è quella economica. Imbrigliata in una spirale di controllo e d’isolamento, la donna che soggiace a questa forma di abuso è allontanata dall’indipendenza economica. La modalità manipolativa, spesso, è celata dietro l’apparentemente innocua premura di consentire alla donna una più facile gestione della famiglia, in una suddivisione manichea dei compiti che vede il ruolo femminile rilegato a custodia del focolare domestico e della famiglia.
Questo comportamento ottiene, in realtà, un duplice risultato. In primo luogo mina l’autostima della partner, indotta a pensare di non essere all’altezza di ricoprire un ruolo che vada oltre a quello familiare. In secondo luogo induce a una dipendenza economica che vede il denaro come strumento adoperato ai danni della donna. In molti casi, infatti, l’abuso comporta un’escalation di soprusi fatta di controlli ossessivi delle spese, omissioni delle reali entrate finanziarie, richieste di denaro per le necessità personali e familiari che sono disattese. Nei casi più gravi, addirittura, il partner può arrivare a far sparire ingenti somme di denaro o può indurre la propria compagna a firmare ipoteche e cambiali. Spesso anche le donne che lavorano non sfuggono a questa forma di controllo: impossibilitate ad avere un proprio conto corrente, vedono il loro reddito confluire in quello amministrato dal marito o dal compagno.
La violenza economica incide profondamente sulla psicologia di una donna abusata perché è proprio la consapevolezza della mancanza di risorse economiche personali, percezione ancora più annichilente alla presenza di figli, a inasprire le conseguenze del “trauma bonding”, ovvero della paralisi che attanaglia la vittima, impedendole una denuncia tempestiva. Resilienza, centro di ascolto contro tutte le violenze di genere, dal 2018 è presente sul territorio con la sua attività a sostegno delle donne e di contrasto a ogni tipo di discriminazione. “Oltre a mettere a disposizione dell’utente uno sportello di primo ascolto, la nostra associazione si occupa di accompagnare la vittima nel suo percorso di de vittimizzazione – dichiara la psicologa Filomena Avagliano, presidentessa di Resilienza – Una vittima, infatti, non deve restare tale per sempre ma deve riacquistare la sua dimensione d’individuo. La sua riaffermazione personale passa anche attraverso la riacquisizione della sua capacità reddituale e attraverso il reinserimento occupazionale”.

Autore dell'articolo: Barbara Albero