E’ andato incontro al suo destino consapevole del fatto che la sua nomina non sarebbe passata inosservata, che avrebbe suscitato polemiche a prescindere, rivendicazioni, analisi sociali e sociologiche. Era, praticamente, votato al martirio mediatico Roberto De Luca, protagonista di una vicenda politica ai limiti del paradosso. Voleva scendere in campo per misurarsi con l’elettorato ma è stato fermato perchè una sua candidatura – si disse – sarebbe risultata scomoda agli equilibri interni al partito, oggi, invece, è nel mirino dell’opposizione perchè nominato direttamente da Enzo Napoli senza passare attraverso le forche caudine delle elezioni…. Della serie “qualsiasi cosa faccio non va mai bene”, ora a Roberto De Luca non rimane che lavorare pancia a terra e dimostrare sul campo di valere l’assessorato prestigioso e impegnativo che gli è stato assegnato, di valerlo non per il cognome ingombrante che porta in dote, ma perchè ha capacità personali. Una sfida da cogliere e che, inevitabilmente, catalizzerà le attenzioni di tutti nella consiliatura appena agli esordi: maggioranza e opposizione. Per l’opposizione, poi, la storia del “nominato” è troppo succulenta per potervi rinunciare a cuor leggero, ma se il metro di giudizio sull’operato del secondogenito di De Luca, sarà solo quello del cognome sarebbe, per davvero, battaglia persa fin dal principio. Più logico, giusto, anche coerente se vogliamo, giudicare Roberto De Luca per quello che saprà fare, per le iniziative che intenderà mettere in campo, per il rigore e la precisione che caratterizzeranno il suo lavoro alla guida di un assessorato, quello al bilancio, tra i più impegnativi e strategici. Quel cognome così pesante dovrà, allora, rappresentare uno stimolo, non certamente un limite anche perchè a maggior ragione il suo operato sarà costantemente sotto osservazione, monitorato e vivisezionato da tutti, “amici e “nemici”. E’ sicuramente vero che il giovane dottore commercialista Roberto De Luca può godere di una strada spianata, ma è altrettanto vero che in tanti, alla sua età, al suo posto, avrebbero potuto tranquillamente decidere di vivere di rendita. Scegliendo di stare in campo, Roberto de Luca ha scelto, appunto, di essere costantemente giudicato. Al netto di tutto è un atto di coraggio.
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