IL RUGGITO DELL’ARECHI AZZANNA LE FERE

Salernitana tra conferme, certezze, qualche amnesia di troppo ed un campionato ancora agli inizi per dare un giudizio complessivo. Il rocambolesco 3 a 3 conquistato ieri dai granata con la Ternana è figlio di una certezza. La conferma dalla passione della tifoseria granata che, abbonamenti a parte – ma questo a maggior ragione è un dato sensibile in risposta al ridimensionamento paventato dalla società – ha riempito comunque gli spalti del principe degli stadi sfiorando quota 12mila. Non solo. E’ stato proprio il ruggito dell’Arechi a tirare su la squadra ogni volta che sembrava barcollare e finire al tappeto sotto i colpi di una Ternana per nulla trascendentale, è bene dirlo. Sotto di un gol, di un altro e un altro ancora, la curva ha sostenuto Bocalon e compagni fino quasi a fargli compiere l’impresa del ribaltone. Alla prima all’Arechi, nel posticipo della seconda giornata del campionato cadetto, la Salernitana ha rischiato grosso più per qualche amnesia di troppo dei suoi uomini che per merito delle fere. Una squadra, quella di Pochesci, tecnicamente mediocre, a cui però va comunque dato atto di aver avuto un atteggiamento sbarazzino e propositivo che ha messo in difficoltà i padroni di casa. L’altalena ed il festival del gol è stato una sorta di monologo granata. Già, perché la Salernitana ha fatto tutto o quasi lei. Partita a razzo, è andata sotto per tre volte e per tre volte è riuscita a riequilibrare le sorti dell’incontro. In mezzo anche una traversa di Sprocati e l’autorete di Bernardini. Insomma i granata hanno fatto tutto e il contrario di tutto.

Il merito di non essere andata ko va riconosciuto, oltre che al gran tifo dell’Arechi, anche alla capacità di Bollini di cambiare la partita. Nella ripresa, il tecnico ha indovinato i cambi. Ma è anche vero che nel primo tempo la squadra ha sofferto troppo il movimento tra le linee degli avversari, non le è riuscito un palleggio fluido, i movimenti senza palla erano merce rara e, cosa ancora più importante, è apparsa incapacità nel dettare i tempi quando invece era quasi obbligata a fare la partita. Indicazioni, impressioni… importanti in ottica futura. Anche perché il campionato cadetto, almeno in queste primissime giornate, sembra orientato ad una sorta di spaccatura: da una parte 6-7 corazzate che si giocheranno la promozione. Dall’altra l’altro blocco di compagini che sulla carta appaiono abbastanza equivalenti.

Non è passata inosservata invece l’assenza della proprietà alla prima all’Arechi del terzo campionato di B dell’era Lotito e Mezzaroma. Nessuno dei due co-patron ieri sera era presente in tribuna. E’ la prima volta nel match d’esordio in serie cadetta che manca l’intero capitale sociale. Per la Salernitana c’era soltanto il direttore Fabiani come alto dirigente. Mentre si è rivisto all’Arechi Gianni Russo, dirigente della Lazio che mancava a Salerno da un po’ di tempo.

Autore dell'articolo: Eugenio Marotta