SALERNITANA: ARECHI AMICO PER I RICAVI –

Dietro alle sette sorelle ed al Lecce, che ha adottato una politica dei prezzi volta ad incoraggiare l’affluenza massiccia dei tifosi allo stadio, c’è la Salernitana. Non è, purtroppo, la classifica del campionato in corso, bensì quella per i ricavi da stadio nell’anno solare 2023. Il report è stato curato da Calcio e Finanza e tiene conto delle gare interne disputate nel solo 2023. La Salernitana, da quando c’è stato il passaggio di consegne dai trustee a Danilo Iervolino, ha sempre potuto contare su un notevole apporto del tifo amico sia come presenze sia per resa al botteghino. Il dato del 2023 non sorprende più di tanto, anzi è la conferma del fatto che, nonostante la chiusura della curva nord ed una politica dei prezzi non sempre dalla parte della gente, la Salernitana abbia sempre potuto contare sul fattore tifosi. Biglietti venduti ed abbonamenti sottoscritti, a prezzi non proprio di saldo, nonostante le difficoltà legate a volte al meteo ed altre agli orari e ai giorni in cui le gare sono state disputate, sono la riprova che il club ha sempre avuto i tifosi dalla sua parte. 8, 6 milioni è il dato dei ricavi da stadio, di poco inferiore a quello del Lecce (8,8), ma superiore ad altri club come Udinese, Atalanta, Bologna. Quasi doppiati in questa classifica due club scudettati come Torino e Verona, oltre alla Samp che poi è retrocessa in B. Insomma, Salerno è sempre accanto alla Salernitana. Tanto calore e tanto amore, non sempre ricambiati dalle scelte del club e dai risultati della squadra, possono avere come rovescio della medaglia la manifestazione in forma passionale anche di un certo dissenso. Gli eccessi, se si tratta di violenza verbale, offese o minacce, vanno sempre condannati. Al tempo stesso, i tifosi hanno il diritto di esprimere la loro insoddisfazione attraverso forme di contestazione diretta o social, secondo il costume dei tempi, in maniera sana e corretta. Il club ha fatto sapere che si tutelerà in sede legale contro gli eccessi ed è un suo diritto. E’, però, un dovere della Salernitana prendere in considerazione le tante critiche civili e costruttive ricevute perché questa stagione assurda, che ancora in teoria offrirebbe la possibilità di un riscatto, è stata costellata da tanti errori. E’ vero che il presidente Iervolino ha investito, che c’è un saldo delle operazioni di mercato ancora in rosso, e che qualche episodio sfortunato c’è stato, ma è pur vero che se si spende tanto in stipendi per il personale, e, si badi bene, non solo per i calciatori ed i tecnici, se si portano avanti operazioni di mercato improbabili, se ci si fida di procuratori tornati in auge dopo anni, se si vara una rivoluzione dirigenziale prima di Natale quando già s’è cambiato anche un allenatore e senza essere disposti a fare sacrifici sul mercato per rinforzare la rosa, qualche critica ci sta. Il tifoso paga, sostiene la squadra ed il club anche quando acquista prodotti ufficiali, e si aspetta impegno, dedizione, sforzi finalizzati a far sì che la maglia venga onorata, rispettata e non banalizzata e umiliata. Un tifoso ha diritto che la sua squadra giochi con passione e che la maglia non diventi semplice pretesto per finalità commerciali, di marketing ed altro ancora, come accadde in occasione del derby interno col Napoli. Quella maglia fu un qualcosa che poco aveva a che fare con la storia della Salernitana. Per carità, è giusto che proprietario, dirigenti e calciatori non vengano offesi, ma è altrettanto giusto che i tifosi, la Salernitana come storia e memoria collettiva, la città di Salerno vengano parimenti rispettati. Prima della partita con l’Empoli i tifosi avevano teso la mano, ma dalla squadra non c’è stata la risposta attesa. Nonostante tutto, col Monza erano quasi in ventimila sugli spalti. Va bene prendersela con i cattivi del web, ma bisognerebbe anche chiedere scusa a chi ci mette soldi, tempo e passione e torna a casa deluso e mortificato e vive in maniera privata un senso di frustrazione che solo un tifoso può capire.

Autore dell'articolo: Nicola Roberto