Sono passate quasi due settimane dalla fine della stagione regolare del campionato cadetto più lungo della storia che, per giunta, non è ancora andato agli archivi visto che playoff e playout sono ancora in corso di svolgimento. Da lunedì la Salernitana ha ufficializzato la nomina di Fabrizio Castori a nuovo allenatore, ma la proprietà e la compagine dirigenziale non hanno ancora rotto il proprio silenzio. Un silenzio che non fa più notizia né rumore, visto che Lotito e Mezzaroma si sono limitati a procedere alla scelta di Castori senza neanche offrire ai tifosi lo straccio di una dichiarazione attraverso i canali ufficiali del club. Un messaggio di benvenuto al tecnico sarebbe stato quanto meno di prassi, ma, forse, i patron e la dirigenza si sono allineati in questo al pensiero dominante presso la tifoseria, che ha atteso la soluzione del rebus allenatore senza grossa trepidazione e che, peraltro, non ha fatto i salti di gioia alla notizia del ritorno di Castori. Che poi ad un allenatore vada concesso di dimostrare sul campo è un fatto pacifico, ma, di certo, se i patron volevano provare a rilanciare, a ricreare le basi per far sì che intorno alla squadra si creasse un minimo di entusiasmo la nomina di un allenatore che aveva vissuto, per colpe non solo sue, una stagione tribolata a dir poco nella sua precedente esperienza a Salerno non è apparsa una mossa illuminata. E che alla notizia ufficiale non siano state aggiunte parole, anche solo di rito, da parte di nessun esponente del club è una circostanza che tradisce un misto di distacco e di indifferenza nei confronti di una piazza che mormora, rumoreggia, si affligge e si divide tra chi non vede l’ora di tornare allo stadio, non appena ci sarà il via libera del Governo, e chi, invece, è ormai convinto che la diserzione sia l’unica via da seguire, magari insieme ad una azione legale nei confronti della Figc e della Lega B in merito alla questione multiproprietà, il grande nodo intorno al quale si attorcigliano sogni ed ambizioni della piazza di Salerno, ma anche di quella di Bari, già piuttosto insoddisfatta e poco incline ad accettare un ruolo subalterno. E chissà, forse, in questo silenzio si cela anche un minimo di imbarazzo per non aver tenuto fede alle promesse fatte prima della stagione 2019- 20, per non aver centrato l’obiettivo minimo, perchè tale era da considerato l’accesso ai playoff rispetto alla dichiarazione di voler conquistare la serie A, ed anche per aver scelto un allenatore che, solo qualche mese fa, aveva accusato la Salernitana di aver beneficiato di un arbitraggio compiacente in occasione della gara interna col Trapani. Castori è reduce da alcune esperienze intense sia a Cesena sia a Trapani, ha ottenuto sul campo risultati anche significativi rispetto alle potenzialità delle rose allenate, ha ulteriormente temprato il suo spirito di lottatore con campionati da battaglia, in cui doveva salvare la nave, ma per Salerno resta una scelta di vedute non troppo ampie. Sarà il campo, e prima ancora il mercato, a smentire o a confermare questa idea.
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