ALLARME SMOG: IL VENTO “SALVA” SALERNO –

Secondo Legambiente, il monitoraggio compiuto come di consueto durante il passaggio del Treno Verde a Salerno, lo scorso 9 e 10 marzo, è stato falsato dalla presenza del vento forte. Per questo motivo non ci sono sforamenti  dei livelli di smog neanche nei pressi delle Fonderie Pisano dove invece dalla precedente tappa del convoglio ambientalista emerse con evidenza la presenza allarmante di polveri sottili. Gli sforamenti nel comune capoluogo riguardano, invece, i livelli di rumore.  A Salerno in quattro punti su cinque il rumore raggiunge livelli ben al di sopra dei limiti consentiti dalla legge. L’inquinamento acustico sembra un problema marginale ma ha conseguenze dirette sul benessere e sulla qualità della vita e sta diventando sempre più una minaccia per la salute pubblica secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità. La qualità ambientale dei centri urbani si misura anche dalle ecoperformance delle pubbliche amministrazioni che possono mettere in campo azioni concrete per ridurre gli impatti ambientali al fine di migliorare la qualità della città e della vita, a partire da una nuova idea di mobilità che privilegi il trasporto pubblico locale, una mobilità fatta di aree pedonali e zone a traffico 30 per agevolare anche la ciclabilità nelle città. È questa la richiesta che arriva dal Treno Verde, la campagna di Legambiente e del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane – realizzata con la partecipazione del Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare – che oggi chiude la sua tappa a Salerno, quinta città toccata dal tour 2017. I risultati del monitoraggio sono stati presentati questa mattina in conferenza stampa da Stefano Ciafani, direttore generale Legambiente, Manuela Cardarelli, portavoce del Treno Verde, Luca Cascone, presidente Commissione Trasporti della Regione Campania, Alessandro Tullio, direttore Divisione Trasporto regionale Trenitalia Campania, Elisa Macciocchi, presidente del Circolo Legambiente Salerno, Modestino Ferraro, responsabile Ingegneria Direzione Territoriale Produzione RFI di Napoli e Francesca Ferro, direttrice del Circolo Legambiente Pontecagnano.L’emergenza smog che si è manifestata nel 2016 in Italia non è stata sicuramente un’eccezione, a evidenziarlo c’è l’andamento dei superamenti di PM10 nel corso degli ultimi anni. Confrontando il periodo dal 2009 al 2015, emerge che nei sette anni le città coinvolte siano prevalentemente sempre le stesse. In Campania, Benevento e Napoli risultano tra le città che hanno superato il limite 7 anni su 7, Avellino ha superato il limite 6 anni su 7 mentre Caserta e Salerno hanno superato i limiti di PM10 3 anni su 7.E il 2017 non sembra essere iniziato meglio. Poco più di due mesi dall’inizio dell’anno, infatti, alcune città campane hanno già superato o si avvicinano a toccare la soglia della metà dei giorni di bonus concessi dalla legge. Secondo i dati dell’Arpac elaborati da Legambiente, la maglia nera è per San Vitaliano (Scuola Marconi) dove – al 9 marzo – i giorni di superamento dei livelli di inquinanti consentiti dalla legge sono già 34 rispetto ai 35 consenti nell’arco dell’intero anno; a seguire Volla (via Felichito) con 32 superamenti; Acerra (Scuola Caporale) con 20 superamenti; Casoria (Scuola Palizzi) con 19; Napoli (Ferrovia) e San Felice a Cancello (C. Scolastico) con 14; Benevento (Via Mustilli) con 13 superamenti.“Urge ripartire dai centri urbani. Le Regioni e il Governo abbiano il coraggio di andare in questa direzione attraverso interventi strutturali e progetti strategici – dichiara Stefano Ciafani, direttore generale Legambiente – Parlare di città liberare dallo smog significa anche tendere verso una riqualificazione degli edifici pubblici e privati, per ridurre i consumi energetici e le emissioni inquinanti con l’obiettivo di riqualificarli completamente in 30 anni, pari il 3% all’anno. È poi fondamentale intervenire sulle altre fonti di inquinamento, il settore industriale e quello energetico. Occorre dare priorità a strumenti come l’Aia e applicare le migliori tecnologie per ridurre le emissioni delle industrie, prevedere programmi di innovazione e riconversione rispetto alle tecnologie e alle lavorazioni maggiormente inquinanti, dotarsi di  sistemi di monitoraggio in continuo da installare sui camini e sulle fonti emissive, in modo da avere costantemente un quadro sulle concentrazioni delle sostanze inquinanti che vengono emesse in atmosfera e, nel caso, prendere gli adeguati provvedimenti per la qualità dell’aria e la tutela delle persone”.

Le città sono il centro della sfida climatica in tutto il mondo, perché è nelle aree urbane che si produce la quota più rilevante di emissioni. Per questo è indispensabile ripartire dai centri urbani avviando ripensando al sistema della mobilità, facendo scelte innovative per farle uscire dall’immobilismo attuale in cui si trovano e affrontare i problemi legati all’inquinamento ambientale e alla vivibilità quotidiana.

“Di fronte allo smog e all’inquinamento acustico è necessario adottare innanzitutto misure preventive prima che soluzioni emergenziali – osserva Elisa Macciocchi, presidente del Circolo Legambiente Salerno – Una “domenica ecologica” all’anno non è sufficiente a combattere l’inquinamento atmosferico ed acustico ma servono misure radicali e una volontà politica forte per metterle in campo. Uno dei nodi principali da affrontare è il trasporto a livello urbano ed extra urbano. Prioritario è mettere finalmente mano a nuove politiche di mobilità incentrate su uno svecchiamento del parco autobus puntando su mezzi a metano, su un trasporto pubblico locale moderno, treni per pendolari e mobilità alternativa (dalle biciclette al car sharing, dal trasporto pendolare su ferro alla promozione della mobilità elettrica), zone 30. Occorre insomma ripensare il modo di vivere le nostre città per una mobilità verso “zero emissioni”».

Autore dell'articolo: Marcello Festa