FATTURE FALSE ED EVASIONE FISCALE DA 6,5 MLN DI EURO. ARRESTATO VINCENZO CIRILLO –

La Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Salerno, nelle prime ore di questa mattina, su disposizione del Gip del Tribunale di Salerno,  ha eseguito, tra le province di Salerno ed Avellino, un’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di Vincenzo Cirillo , indagato in relazione ad una frode fiscale perpetrata nel settore della commercializzazione di prodotti informatici e telefonici.

Contemporaneamente all’arresto, sono state effettuate anche una serie di perquisizioni presso le sedi di 13 imprese e le abitazioni di ulteriori due soggetti, coinvolti a vario titolo nel meccanismo fraudolento e denunciati per autoriciclaggio dei relativi proventi illeciti.
Secondo quanto ricostruito dalle Fiamme Gialle del Gruppo di Salerno nel corso degli accertamenti coordinati da questa Procura della Repubblica diretta dal  Procuratore della Repubblica di Salerno – dott. Giuseppe Borrelli, l’indagato posto agli arresti, di 48 anni , formalmente residente in Bulgaria, ma risultato nei fatti vivere stabilmente a Scafati (SA) -, è da ritenersi il materiale ideatore e promotore di un sistema illegale che ha consentito, attraverso l’emissione di fatture per operazioni inesistenti (per l’ammontare di oltre 25 milioni di euro), un’evasione fiscale di circa 6 milioni e mezzo di euro.

Secondo la tesi accusatoria, la frode sarebbe stata realizzata sfruttando delle società “cartiere” per l’acquisto, in regime intracomunitario, di notevoli volumi di merce non imponibile ai fini IVA, che poteva essere poi rivenduta sul territorio nazionale applicando tariffe molto più vantaggiose della media.

Sulla base degli elementi raccolti nel corso delle indagini, il G.I.P. ha emesso un provvedimento di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca di tutti i beni nella disponibilità delle società interessate e di quelli riconducibili agli indagati, fino alla concorrenza di un importo pari alle imposte complessivamente evase.

 

Autore dell'articolo: Barbara Albero