STOP AL TRASFERIMENTO DEI DISABILI IN RSA –

I 39 disabili gravi che secondo il distretto di Nocera Inferiore sarebbero dovuti andare in RSA resteranno, almeno per ora, nella struttura specializzata che li cura.

La “deportazione”,  come l’avevano definita i familiari ed i rappresentanti del Comitato Diritto alla Cura in merito allo stop del trasferimento presso una Rsa di 39 disabili gravi in cura a Villa dei Fiori che ieri mattina hanno tenuto un presidio dinanzi alla sede del distretto,  è stata fermata.

I primi sei di questi 39 pazienti ieri mattina sono andati al distretto per essere valutati da una commissione, che con tutta probabilità li avrebbe destinati in RSA. Ovvero in strutture che non sono in  grado di curarli e dove quindi sarebbero condannati a peggiorare e addirittura a vedere abbattuta la loro aspettativa di vita. Una vicenda drammatica  che ha visto esplodere un’enorme solidarietà attorno a questi malati. Circa 300 le persone presenti alla mobilitazione. Oltre alle famiglie c’erano associazioni, sindacati, medici, operatori, comuni cittadini. C’erano anche, con la fascia tricolore, il sindaco di Roccapiemonte Antonio Pagano, accompagnato dal vice sindaco Roberto Fabbricatore e dall’assessore Anna Bruno, e in rappresentanza del Sindaco di Pagani  Raffaele Maria De Prisco.,  l’assessore  Pietro Sessa. In piazza il segretario provinciale della UIL Gennaro Falabella e Pietro Antonacchio della  segreteria regionale della CISL, ma soprattutto c’erano loro tante famiglie con la loro rabbia, le loro paure, le loro speranze.

In pratica sula scorta di un procedimento non idoneo nella composizione della commissione per la valutazione dei pazienti , Il distretto ne ha preso atto e nella redazione di un  verbale ieri mattina  ha dichiarato di non poter dar seguito alla valutazione UVI”, quella cioè  della “condanna” in RSA.

È presto per dire che sia una vittoria definitiva, hanno dichiarato le famiglie ed il comitato Diritto alla Cura, ma è un primo passo che le famiglie hanno salutato con un respiro di sollievo. Anche perché nel frattempo alla Regione sta andando avanti la Legge di iniziativa popolare che garantisce esattamente il diritto alla cura per questo tipo di patologie. Una Legge su cui c’è il consenso pressoché unanime e che renderà impossibile qualsiasi “deportazione”.

Autore dell'articolo: Barbara Albero